…la nostra classe politica dirigente è costretta a rimanere inchiodata sulle proprie poltrone o, quanto meno, a non allontanarsi troppo dalla Capitale, con l’invito a tenersi in stretto contatto con i palazzi del potere perché il momento che stiamo attraversando è certamente tra i più difficili nella storia della nostra giovane democrazia. Infatti, caso davvero insolito e straordinario, registriamo, in pieno agosto, una contestata convocazione della Camera dei Deputati per i relativi adempimenti riguardanti il decreto contro il “femminicidio” svoltasi tra le proteste e le invettive più sarcastiche sia da parte della Lega che dal M5S., oltre ad una intensa e febbrile attività dell’Esecutivo, impegnato, tra l’altro, a reperire i fondi per togliere o rimodulare l’ IMU sulla prima casa ed evitare l’aumento dell’ IVA dal 21 al 22%. Ma la vera incognita da decriptare e che pesa come un macigno sull’attuale stato della politica italiana, è la mossa del Cavaliere, il quale, tramite Alfano, ha lanciato un pesante attacco ai suoi detrattori preannunciando la fine delle “larghe intese” qualora gli venga impedita l’agibilità politica e parlamentare. L’ultimatum, perché di questo si tratta, è stato fissato, non a caso, per il giorno prima della riunione della Commissione del Senato che si dovrà pronunciare sulla ineleggibilità o la decadenza dello stesso ex premier, già data per scontata nell’ambito del centro-destra, almeno secondo le dichiarazioni pubbliche da parte degli esponenti più autorevoli del P.D. Sorprende, ma non più di tanto, il martellamento continuo dei media che infarciscono i loro “pastoni” quotidiani con le solite tiritere sbandierando ai quattro venti le vere, o presunte, lotte fratricide all’interno del PDL, tra i cosiddetti “falchi” e le miti e concilianti “colombe”. Personalmente ritengo questa scelta un vero e proprio specchietto per le allodole, perché tutti sanno (o dovrebbero sapere), che le decisioni importanti verranno prese da Berlusconi a prescindere dai cinguettii dei pennuti che si beccano tra di loro, perché senza il suo appoggio non andrebbero da nessuna parte. Gli antiberlusconiani di maniera, sono, invece, convinti che il momento sia estremamente favorevole, dando già per scontato uno sfaldamento all’interno di tutto il centro-destra e l’arrivo, in massa di transfughi dal M5S con cui rabberciare una nuova maggioranza di governo. E’ assai verosimile che in caso di crisi, il presidente Napolitano non scioglierebbe le Camere, né riproporrebbe un altro governo di tecnici, ma affiderebbe l’incarico allo stesso Letta e ciò dovrebbe far riflettere molto. Certo l’enigma rimane perché se le dichiarazioni di Grillo e dei suoi più stretti collaboratori avessero un senso pratico e concreto, nessuno dovrebbe lasciare il Movimento per schierarsi a fianco del PD. Il prossimo mese non sarà certamente un altro “settembre nero” simile a quello esploso in Medio-Oriente negli anni settanta, ma ci attendono tempi difficili ed il “muro contro muro” creatosi in questi giorni, non gioverà a nessuno e tanto meno agli Italiani.