Le riforme proposte dal Movimento Salvemini si stanno attuando

Finalmente, dopo cinquant’anni di convegni e dibattiti le proposte di riforma istituzionale avanzate dal Movimento Salvemini stanno trovando attuazione.

Il Governo attualmente in carica sta mantenendo le promesse: un parlamento monocamerale elettivo, riforma del Titolo Quinto della Costituzione (enti locali sanguisughe, colpevoli di sprecare il denaro pubblico), abolizione del C.N.E.L. (carrozzone inutile e costoso). Si tratta di un passo avanti sulla strada delle riforme. Il Governo Renzi merita il nostro plauso per l’impegno finora profuso. Ma adesso non deve fermarsi se intende placare la rabbia

popolare e portare l’Italia fuori dal caos istituzionale (e dal disastro economico). Urge rottamare cialtroni, corrotti e sanguisughe. Sono gravemente colpevoli. Le prossime tappe del Governo dovrebbero essere: una Camera con cento seggi (per facilitare il calcolo delle percentuali dei consensi elettorali e per risparmiare altri miliardi di euro), introduzione della random-crazia (metodo ateniese, perfezionato da Pericle, per garantire pari opportunità tra ricchissimi e poverissimi, professionalmente qualificati

e moralmente irreprensibili, e per impedire la mercificazione dei voti), abolizione di quasi tutte le auto blu, stabilire un “tetto” massimo agli stipendi (e alle pensioni) dei dirigenti statali e parastatali, nonché degli ex parlamentari, abolire i privilegi di cui godono le Regioni a statuto speciale e le Province autonome, aumentare gli stipendi (indecorosi) dei docenti Scuole medie, garantire una retribuzione minima ai disoccupati e cassintegrati, incrementare la spesa pubblica in conto capitale (investimenti idonei a creare nuovi posti di lavoro), ridurre la pressione fiscale su imprese e lavoratori.

Ma attenzione. Queste riforme giuridico-economiche sarebbero inutili se si continuasse a ignorare la questione morale (collusioni tra politica e malavita, appalti truccati, voti di scambio, pizzo imposto dalle mafie a industriali e commercianti). Finalmente c’é un Governo che realizza più fatti che parole.

da “L’Attualità”

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