Se il disegno di Legge “Repubblica Semplice” voluto dal Premier Renzi e dal Ministro Madia diventerà legge, come riportato dalla stampa, il glorioso Corpo Forestale dello Stato verrà assorbito “negli altri corpi»” (probabilmente nella Polizia di Stato). Stesso destino per la benemerita Polizia Penitenziaria, oggi alle dipendenze del Ministero di Giustizia.
Sarebbe una delle molte novità contenute nella bozza della riforma della Pubblica Amministrazione – composta da un decreto legge urgente e da un disegno di legge – che dovrebbe in breve essere varato dal Consiglio dei Ministri. Nei giorni scorsi il Ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia ha incontrato i Sindacati di categoria. In realtà, il Ministro non avrebbe dato alcun testo né indicazioni precise su una riforma che definisce organica e chiara, una rivoluzione nella macchina statale e burocratica su cui ai sindacalisti avrebbe chiesto un impegno attivo, contro le resistenze di cambiamento. I sindacalisti non sarebbero usciti soddisfatti dall’incontro; anzi, al termine delle tre ore d’incontro – in cui in realtà avrebbero parlato soprattutto loro – sono usciti da Palazzo Vidoni con tutti i dubbi che avevano.
Bene, ora spetta a noi, cronisti della tipologia “antipiqquattro”, pensosi del bene dello Stato, dire: ma è proprio necessaria questa rivoluzione copernicana; è necessario umiliare due benemeriti Corpi di Polizia della Repubblica che nei loro diversificati e difficili compiti hanno onorato il Giuramento di Fedeltà alla Patria operando con coraggio ed esemplare professionalità? Si è sicuri che tutto ciò farà risparmiare qualche euro, o ciò sottintende altri nascosti motivi? Possibile che oggi non si tenga conto che l’illegalità, la corruzione e la criminalità che la fanno da padrone e che hanno occupato tutti i settori della vita politica, civile e pubblica hanno modificato l’idea stessa di democrazia? Possibile non si capisca che le Forze dell’Ordine, tutte indistintamente, e soprattutto la loro base (le vicende giornalistiche cui da tempo siamo abituati ci fanno dubitare di taluni vertici), non vanno toccate perchè sono l’unico presidio di legalità di uno Stato nel quale essere onesti è diventata l’eccezione ed essere delinquente è divenuta la normalità?
La nostra, una democrazia nella quale prevalgono le logiche della massoneria “Piqquattrista” in virtù delle quali i modesti per trascorsi e cultura vanno avanti e dove solo dire la verità comporta l’isolamento e la discriminazione; una democrazia, la nostra, devastata da mafie endogene ed esogene, martoriata da grassazioni, attentati e bombe. Una democrazia, certamente, che sta rinnegando i suoi valori e la storia della nostra Patria.
Quel che preoccupa oltremodo, ancora, è il totale silenzio dei Vertici delle Polizie interessate agli accorpamenti e non, quello dei Sindacati come degli Organi di Rappresentanza, il silenzio (ed è forse una fortuna!) di esponenti della politica più qualificata, sperando ce ne siano ancora, visto come tutti, peones e big, siano preoccupati per le sorti della propria poltrona in previsione delle elezioni politiche del prossimo anno dopo le prove generali di quelle europee e del pericolo che incombe su tutti, che ha un nome: “Beppe Grillo!”.
Ancora, osserviamo, tutto questo è anche l’anticipo di porre l’Arma dei Carabinieri sotto la tutela del Ministero dell’Interno? La storia delle manacce luride della politica sui Carabinieri è antica, ma sempre respinta con sdegno dall’Arma dell’altro ieri e di ieri.
E oggi? Che dire?
Sia chiaro, però, su questo specifico punto, saremo in tanti a svolgere forte vigilanza democratica, anche pronti a manifestare pubblicamente il dissenso nelle sedi istituzionali.. al grido del motto: “GIU’ LE MANI DALL’ARMA DEI CARABINIERI!”