Un libro sui segreti dello IOR, mafia, P2 e del banchiere di Dio!

Mario Almerighi, Magistrato, autore del recente e interessante libro “LA BORSA DI CALVI” (Chiarelettere Editore, gennaio 2015 ), che consiglio di leggere, è stato Giudice Istruttore a Roma e ha seguito l’istruttoria del processo a carico di Flavio Carboni (e altri) per il reato di ricettazione della borsa del banchiere, il Presidente del Banco Ambrosiano, trovato morto, impiccato sotto il ponte dei Frati Neri, a Londra, nel 1982.
Scrive l’autore: “Quando (da pag.5) ho deciso di scrivere un libro sul caso Calvi….ho pensato al ruolo centrale della famosa borsa di Calvi che sparì misteriosamente la notte della sua morte. Sì, perché in quella borsa erano contenute proprio le testimonianze degli inconfessabili intrecci tra poteri legali e illegali; delle commistioni tra mafia ed esponenti istituzionali; dei rapporti tra il banchiere, la P2, il Vaticano e la criminalità organizzata: tutte verità non rivelate, risalenti a ben prima della morte del Capo dell’Ambrosiano, che era mio dovere far conoscere. Sono convinto che la ricostruzione…svelerà gli aspetti più impensabili di un corpo paragonabile a quello di un mostro…come dimostrano le vicende P3 e P4 e la recente inchiesta di Mafia Capitale”.
Quindi, i documenti  usati dal Carboni per un complesso ricatto nei confronti del Vaticano, diventano una pagina spaventosa che fa ritenere il tutto apparentemente inverosimile per l’enormità dei contenuti anche se il tutto risponde ad amara verità, ovviamente difficile da metabolizzare…certamente per i più! Insomma, uno dei maggiori misteri italiani, se si vuol dare dignità di mistero a una sporca pagina della storia italiana dove si interconnettono ambiti certamente opposti come ” Il Diavolo e l’Acqua Santa…”.
Certamente, una storia di potere lurido, violento, un potere estraneo alla morale, al senso comune e alla legge. Un potere velenoso se non verminoso del quale fanno parte mafia, Vaticano, P2, che si collegano e a un certo punto si combattono. Un potere in cui signoreggia il dio denaro. Leggiamo, tra l’altro, che Papa Wojtyla, o chi per lui, con i soldi della mafia riciclati dallo stesso Calvi e Marcinkus, finanziava Solidanosc’ a sostegno della sua battaglia democratica contro il regime totalitario del comunismo russo come anche le dittature centro e sud americane, iniziando da quella Argentina e nicaraguense.
Da una copia di lettera di Calvi acquisita nel corso delle indagini, il banchiere infatti sostiene (pag.32):”…Grazie a questi interventi oggi la Chiesa può vantare una autorevole presenza in paesi come l’Argentina, la Colombia, il Perù, il Niquaraga…Mi siano restituiti i mille milioni di dollari che per espressa volontà del Vaticano, ho devoluto in favore di Solidarnosc’…..(e) che io sia lasciato in pace da Silvestrini, Casaroli (Cardinali autorevoli), Marcinkus e Mennini (IOR)…”.
Tra i personaggi maggiori della tragica vicenda, il capo dei criminali italiani, Giulio Lena che ha legami con la banda della Magliana e dirige il traffico di droga che dal Libano si espande in Italia e in America nonché quello delle importazioni dal Nord Africa…Nel corso di perquisizione nella sua abitazione viene rinvenuta una microcassetta che registra una conversazione tra Lena e un eminente Prelato (Cardinale?) molto confidenziale sul tema di soldi…ma c’è qualcosa di più sconvolgente..due lettere indirizzate all’On.Andreotti e al Cardinale Casaroli…(pag 12). Ancora, a pag.21, leggiamo: “Uno dei primi documenti contenuti nella borsa di Calvi che sottopongo a sequestro (scrive Almerighi, quale Giudice Istruttore) è una lettera che riguarda il banchiere e Francesco Pazienza, un faccendiere targato P2, frequentatore di Servizi più o meno segreti e caporioni della massoneria…Così Calvi scrive al “fratello” massone Armando Corona (Capo della Massoneria) chiedendo aiuto (pag.22): “….credo sia sufficiente farle notare che la massa di denaro che mi è stata sottratta da questo individuo (Pazienza) e dalla sua banda ha superato i 20 miliardi di lire…Potrei scrivere intere pagine indicando nomi e situazioni da far paura….” In quelle lettere viene fuori l’immagine di un Calvi disperato, che voleva usare tutti i suoi documenti e le sue carte come ricatto nei confronti del Vaticano che, dopo averlo strumentalizzato, lo stava abbandonando (la Banca per il suo indebitamento era prossima alla bancarotta e Calvi stesso nel 1981 era stato condannato in primo grado) tanto da affermare: “La politica dello struzzo, l’assurda negligenza, l’ostinata intransigenza e non pochi altri atteggiamenti di alcuni responsabili del Vaticano mi danno la certezza che Sua Santità sia poco e male informata di tutto” (dalla lettera del 5 giugno 1982, pochi giorni prima della morte, a Papa Giovanni Paolo II). Quindi si erge la figura di Flavio Carboni, presentato a Calvi da Balducci, grande usuraio-cassiere della Banda della Magliana, che lo segue nei suoi ultimi mesi, fino all’ultimo viaggio a Londra; viaggio che Almerighi ricostruisce fino all’ultimo dettaglio.
Eppure, proprio nel periodo più acuto della crisi finanziaria del gruppo….Calvi elargisce ben 19 milioni di dollari a Flavio Carboni (pag.150)…”Ma la mungitura di Roberto Calvi (pag 152) non finisce qui….Altri 15 milioni di dollari fuoriescono dal Banco Ambrosiano…..”.
Nel rapporto della Guardia di Finanza del 27 giugno 1990, si legge: “E’ pacifico che tra i moventi dell’omicidio (di Calvi) vi fu la mancata restituzione di ingenti somme a Cosa Nostra…….(per cui possiamo) ritenere che siano rientrate nelle casse di Pippo Calò. Diversamente è assai probabile che Flavio Carboni avrebbe fatto la stessa fine di Calvi”.
L’8 aprile 1997 il GIP Almerighi emette ordinanza di custodia cautelare a carico di Carboni e Giuseppe (Pippo) Calò per l’omicidio Calvi, confermata dal Tribunale del Riesame e dalla Cassazione (pag. 266). Dopo varie vicende processuali diverse e contrastanti, il 17 novembre 2011 la suprema Corte conferma l’assoluzione, diventando definitiva.
Ora, a completamento, una nota finale su Flavio Carboni e sulle sue più recenti imprese come si legge sulla stampa. Si può affermare che è stato coinvolto nelle più scottanti vicende della politica nazionale; si comincia dall’ inchiesta sugli appalti per l’energia eolica in Sardegna che vede coinvolti il Presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci e il coordinatore PdL Denis Verdini, il tutto sembra con riunioni alla presenza del Senatore Marcello Dell’Utri…per passare alle pressioni ai Giudici della Corte Coatrituzionale per un parere positivo sul Lodo Alfano pro Silvio Berlusconi, con riunioni private con Verdini, Dell’Utri, il Sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo e  Magistrati. Avrebbe, infine, agito per sostenere la riammissione nellalista del Pdl del candidato di centrodestra per le elezioni regionali in Lombardia del 2010 Roberto Formigoni, tentando anche di supportare il Parlamentare berlusconiano Nicola Cosentino (indagato per camorra-casalese) come candidato Governatore della Campania.
La speranza, dopo aver appreso di tali eventi così nefandi per costume, morale e dispregio della Legge, pur nel rispetto di quanto deciso dall’ A.G., indipendentemente dai “Peana” (canti che venivano intonati dagli Spartani quando andavano all’attacco del nemico) della nostrana vacua politica dei proclami, è quella che la gente, e soprattutto i più giovani, trovino la forza e le energie per rigenerarsi, autonomamente, creando un nuovo umanesimo, attingendo al sapere e all’esperienza degli Avi, soprattutto se provenienti dal mondo del duro lavoro delle braccia e delle professioni, veri Maestri di vita…Altrimenti non c’è futuro!
Solo la nostra storia passata ci può salvare!
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