Lincoln sempre (più) attuale
Roma, 30 novembre – Il quotidiano “Il Giornale” ha una iniziativa editoriale singolare e fuori dal comune al tempo stesso; concede uno spazio ai lettori perché possano inserire un loro parere sui fatti di cronaca.
È simpatica, perché nella sua natura, oltre ad essere una iniziativa democratica, è anche divertente; infatti, i commenti che ne scaturiscono sono senza dubbio arrabbiati ma, qualche volta, sono dotati di uno spirito tale che, fra ironia blanda e satira graffiante, risultano anche piacevoli. Eccone alcuni:
“Gastone e Paperina a colloquio con zio Paperone” , riferito a Renzi, la Boschi e Napolitano.
“Giusto chiedere consigli a chi, negli ultimi tre anni ci ha privati delle elezioni e costretti a subire consecutivamente tre magnifici incompetenti che ci hanno portato, dopo molte promesse, solo disoccupazione, miseria e tasse. Chi sa perché la gente non va più a votare?!…”
“Maria Elena, ministro delle riforme, giovane, bella, elegante, sempre appiccicata a Matteo. Una riforma in vista?”
“Ampio arco di forze politiche, con nutrito lancio di frecce…il piacere della strategia di non mettersi d’accordo (se non sulle tasse)”
“Come sempre, quando c’è da decidere qualcosa di importante, il capo chiama a rapporto il suo sottoposto. Come se questa fosse una repubblica presidenziale. Alleluia…”
“Sono trapelate anche le prime parole pronunciate da Renzi durante l’incontro: “Jawohl, mein Fuhrer!”
“Il terzo “utile idiota” è di nuovo salito al Politburo per prendere ordini dal despota comunista ancora in carica!”
Ora, facendo “mente locale”, non sappiamo se la pubblicazione di commenti di lettori dissenzienti possa trasformarsi nel più subdolo messaggio pubblicitario e di propaganda politica esistente e quindi ottenere il risultato contrario, vale a dire trasformarsi, incredibilmente, in una conferma e un sostegno della popolarità di coloro che le parole condannano.
“Dicano quel che vogliono; l’importante è che lo dicano”, sentenziò il grande Presidente USA Abramo Lincoln, con riferimento ai suoi oppositori.