Tra i due litiganti il terzo gode

I risultati della consultazione elettorale per l’elezione del Presidente e del consiglio del X° Municipio di Roma-Ostia, hanno dato chiare indicazione su quanto potrebbe accadere nelle elezioni politiche nazionali del marzo prossimo.
Come tutti sappiamo, nel ballottaggio tra la candidata del centro-destra , Monica Picca, e quella del M5S, Giuliana di Pillo, ha vinto nettamente la pentastellata con oltre il 60 % sull’avversaria.
Qualcuno continua a chiedersi come mai il PD sia rimasto fuori pur essendo azionista di maggioranza nella precedente amministrazione sciolta per presunte infiltrazioni mafiose.
Prima di una ogni qualsivoglia valutazione di merito va sottolineata la smisurata crescita dell’”astensionismo” che ha ridotto la percentuale dei votanti a meno del 33 %, sicuramente un record in competizioni simili.
È chiaro che tutto ciò non delegittima l’amministrazione democraticamente eletta, ma crea qualche problema di rappresentatività all’interno e fuori della circoscrizione municipale.
Certo, chi è uscito con “le ossa rotte” è stato il PD ed è diffuso il convincimento secondo il quale, la scissione interna, di fatto già consumata,  e le modalità di condurre la lotta contro il centro-destra di Berlusconi e Salvini, hanno fortemente penalizzato i democratici.
Va però detto che Grillo ed i suoi personaggi più rappresentativi, se continuano a sbandierare ed attuare il loro progetto di correre da soli rifiutando pregiudizialmente qualsiasi tipo di alleanza e di coalizione, non andranno da nessuna parte, né, tanto meno, varcheranno la soglia di Palazzo Chigi.
L’aspetto più sconcertante è che non si dà la giusta importanza alla evidente  realtà esistente nel Paese, in cui si è già consolidato un sistema politico “tripolare” con un consenso quasi egualitario che non consente a nessuno di governare senza compromessi ed alleanze più o meno solari.
Il voto di Ostia ha anche segnato l’inizio della vera e propria campagna elettorale che oltre ai “grillini”, vede impegnati un centro-destra unito e ricompattato dal redivivo Berlusconi ed un centro-sinistra alquanto frammentato, guidato quasi certamente da un Renzi meno esuberante che deve fronteggiare anche i suoi “rottamati” a capo di gruppi e movimenti già molto attivi e bene organizzati.
Gli ingredienti ci sono tutti per riassumere il concetto del vecchio adagio secondo cui  “tra i due litiganti il terzo gode” e sembra quanto mai calzante nelle  attese del  M5S del noto comico genovese.
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