L’ossessione del MES
Lussemburgo,16 aprile 2020 – Da qualche tempo, le notti di molti politici nostrani sono disturbate dallo stesso incubo ricorrente: si destano di soprassalto con la fronte imperlata di sudore e, seduti sul letto con lo sguardo fisso nel vuoto, si chiedono meccanicamente, come in uno stato di trance: MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) si, oppure MES no?
Il giorno seguente, intervistati o meno, non mancano poi di proclamare e propugnare le loro ferme convinzioni a tale riguardo. Per loro, il MES è ormai divenuto l’argomento del giorno. Di ogni giorno!
Quindi, minacciano di crisi il Governo (se ne fanno parte) ovvero lo attaccano in modo virulento chiedendone le dimissioni. Che desolante teatrino !
Proviamo a far chiarezza, sperando che quanto stiamo per scrivere possa, per un miracolo, essere sognato da detti politici nel corso delle loro tormentate notti a venire.
Allora: tra una settimana si riuniranno i Capi di Stato e di Governo per decidere la strategia finanziaria europea da seguire onde cercare di salvare le disastrate asimmetriche economie degli Stati membri dell’Eurogruppo.
La cosa più importante all’ordine del giorno sono i cosiddetti eurobond, ovvero corona bond, ovvero il Recovery Fund da definire, ma che spianerebbe comunque la strada all’adozione di bond europei a garanzia condivisa.
È questa la principale posta in palio che tutti i partecipanti al prossimo Vertice già ben conoscono. Orbene, in tale occasione il Governo italiano sarà chiamato a trattare per ottenere il massimo, nella misura del possibile. Ne va del tempestivo recupero della nostra malata economia nazionale!
Non dovrebbero ignorare i nostri suindicati politici che se l’Italia si presentasse a tale Vertice dopo aver dichiarato di voler accettare il ventilato aiuto del MES nella misura del 2% del PIL italiano (circa 36 miliardi di euro) – senza peraltro ben conoscerne le condizioni – significherebbe sminuire in buona misura il suo potere negoziale nei confronti degli altri agguerriti negoziatori con riferimento ai bond summenzionati.
Appare inoltre chiaro a chiunque che dichiarare ora, prima del Vertice, di non volere le modifiche al MES equivarrebbe a provocare una reazione di netta chiusura nei nostri confronti da parte degli interlocutori ai quali ci appelliamo per ricevere la loro solidarietà!
Al momento, quindi, il nostro Governo sta puntando ad ottenere il massimo sperabile, lasciando però immaginare nel contempo che, in caso di aiuti insufficienti, potrebbe poi bocciare in Parlamento la ratifica delle modifiche del MES, tanto care ai Paesi che le hanno proposte insistentemente nel corso degli ultimi due anni (va ricordato che il MES, approvato nel 2012 dall’Italia, resterà comunque in vigore, con o senza modifiche!).
Sarà comunque il Parlamento italiano il giudice di ultima istanza per quanto attiene alla ratifica delle modifiche in parola.
Non servono infine gli appelli a ridiscutere tali modifiche, visto che queste sono già state dichiarate immodificabili in occasione del terzultimo Vertice Ecofin (con l’accordo, beninteso, del Governo italiano!).
Per quanto precede, i suindicati politici italiani – che ogni giorno cercano spasmodicamente spazio su giornali, in TV e sulla Rete – sono pregati di smettere di starnazzare senza costrutto al riguardo, mentre siamo in attesa del prossimo Vertice da cui dipenderà il futuro economico del nostro Paese.
Ci sia consentito infine di aggiungere, all’indirizzo di tali ciarlieri politici, che allorquando si richiede solidarietà e si versa in condizioni di urgente necessità, va bene il richiamo ai Padri costituenti e all’orgoglio nazionale di un grande Paese fondatore; ma vanno meno bene certe dichiarazioni intempestive e fuori luogo che possono avere solo effetti autolesionistici!