
Qualcuno ha avuto l’impressione che l’Unione Europea stia puntando ai tesoretti accumulati in banca dai cittadini europei, italiani compresi. E’ stato calcolato che gli europei hanno ereditato o risparmiato 11.630 miliardi di euro, che sono sui conti correnti bancario: ora, l’Unione Europea effettivamente spinge come e perché i titolari investano parte di quei soldi.
Nel secondo trimestre del 2023 le famiglie dell’UE hanno risparmiato il 14,79% del loro reddito disponibile. Nel 2023 i cittadini dell’UE detenevano 11 630 miliardi, pari al 31,01 % dei loro risparmi, in valuta e depositi che offrono rendimenti limitati. Il tesoretto degli europei, italiani compresi, ammonta a 11.630 miliardi di euro e restano lì. Per spese varie, per il futuro, per micro investimenti. Invece, l’UE pensa in grande e alla grande. Bruxelles desidera eliminare le barriere finanziarie e creare una “Unione dei risparmi e degli investimenti” (SIU). Questa potrà smuovere il denaro dei cittadini europei parcheggiati in banca. Domanda: il risparmiatore ha il diritto di scelta o ci sarà il prelievo forzoso di una piccola parte dei soldi da ogni conto corrente? Massima libertà, nessun obbligo.
Come investire i nostri risparmi giacenti sui conti bancari, lo spiega l’UE con i consigli di Ursula von der Leyen
Tecnicamente, dice il presidente della Commissione Ursula von der Leyen, ha detto: “We will turn private savings into needed investments”. Ossia “trasformeremo i risparmi privati in investimenti necessari. E lavoreremo con i nostri partner istituzionali per farli decollare”. Infatti, “l’Europa ha tutto ciò che le serve per prendere il comando nella corsa alla competitività”. La SIU punta a creare un mercato dei capitali europeo. Come? Aumentando la partecipazione dei cittadini nell’attività finanziaria. A sua volta, questa si ottiene migliorando la loro alfabetizzazione finanziaria e ampliando le opzioni di investimento. Ci sarà un’offerta di una scelta più ampia ai cittadini europei per investire i loro risparmi nei mercati dei capitali UE, così da accrescere la ricchezza dei cittadini e a stimolare la competitività economica dell’UE.
I cittadini godono della piena libertà di investire in base alle loro scelte personali: l’Unione Europea non intende assolutamente costringere i cittadini a investire nei mercati dei capitali. La SIU mira a creare un ambiente più favorevole per coloro che desiderano investire.
I tesoretti in banca dei cittadini, come farli circolare nell’Unione Europea
Mercoledì la Commissione Europea presenterà una roadmap con 19 misure strategiche per abbattere le barriere alla circolazione dei capitali nell’UE. Attualmente, il 70% dei risparmi europei rimane nei conti bancari, mentre solo il 30% viene investito nei mercati dei capitali. Situazione diametralmente opposta rispetto agli USA. Mercati dei capitali aperti, ben funzionanti e integrati servono – dice l’UE – affinché l’Europa possa sviluppare il suo mercato unico e attrarre investimenti.
Secondo l’UE, le relazioni di Mario Draghi ed Enrico Letta hanno evidenziato le inefficienze ancora presenti nei mercati dei capitali dell’UE, in particolare uno squilibrio significativo tra risparmio e investimenti nell’UE, dove la ricchezza dei cittadini è sotto remunerata da depositi a basso rendimento e le imprese, in particolare quelle giovani e innovative, hanno difficoltà a soddisfare il loro fabbisogno di capitale a causa di opzioni di finanziamento inadeguate. È pertanto necessario intervenire per stabilire una migliore articolazione tra risparmio e investimenti al fine di produrre effetti concreti sull’economia nei prossimi cinque anni.
I nostri risparmi per compare i carri armati?
Siccome questa novità dei risparmi viene fuori a poche ore dall’annuncio che l’UE metterà sul piatto 800 miliardi in armi contro la Russia, allora molti hanno collegato le due cose. In realtà, non c’è nessun legame. Pur tuttavia, sotto il profilo della tempistica e della comunicazione, l’UE non ci pare abbia brillato, dando luogo a equivoci. Al tempo stesso l’UE ha un crescente bisogno di massicce quantità di capitale per finanziare i suoi obiettivi strategici più ampi, tra cui la competitività, l’innovazione e gli investimenti verdi, digitali e nel settore della difesa. Il settore bancario rimane un’importante fonte di finanziamento nell’UE: nel 2023 i prestiti bancari ammontavano al 50,43 % dei finanziamenti delle società non finanziarie.