Il Procuratore Generale della stessa Corte, Ciani, nella circostanza, ha fermamente auspicato di reintrodurre il delitto di falso in bilancio.. per un “più efficace contrasto alla piaga della corruzione e alla criminalità economica.. con perseguibilità d’ufficio, cui sovente si fa ricorso per costituire fondi occulti destinati ad essere utilizzati a fini corruttivi..”. Lo stesso Ciani ha, quindi, detto che occorre guardare con favore “l’introduzione del reato di autoriciclaggio”, aggiungendo, subito dopo, che “forse si poteva fare di più” in questa direzione.
La situazione della giustizia penale nel Distretto di Roma è stata invece illustrata dal Procuratore Generale della Corte d’Appello di Roma, Antonio Marini, nella sua relazione all’inaugurazione dell’anno giudiziario del Distretto, facendo riferimento all’inchiesta Mafia Capitale, dalla quale è emerso un “..sistema di complicità tra politica e criminalità, ampiamente strutturato, capillare e invasivo…con un crescente intreccio tra mafia e corruzione, che costituiscono i due mali endemici della nostra società..”.
A Bologna, invece, l’inaugurazione dell’anno giudiziario è diventa un caso politico in quanto il Presidente della Corte di Appello, Giuliano Lucentini, ha attaccato il Governo Renzi tanto che il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha lasciato l’aula definendo “imbarazzante” la situazione per quanto detto dal Magistrato sul fatto che attribuire la lentezza della Giustizia italiana alle ferie dei giudici è uno “sconsolante accostamento”. Poi, il Presidente ha fatto riferimento, giustamente e autorevolmente, al pericolo “che corre il Paese se i suoi Giudici sono delegittimati….che, certo, non siamo più additati come disturbati mentali, non si dice più che taluni di noi – quelli stessi, per vero, impegnati in ben noti processi – sono mafiosi, criminali, irresponsabili…Quello che è cambiato è solo il metodo, che è diventato mediaticamente più sottile, e dunque di maggior suggestività..”.
Bene, la Politica si risente per le doverose e giuste analisi dei Magistrati, che ricordiamolo oggi rappresentano l’unico controllo di legalità, ma cosa fa, la Politica, per garantire la supremazia della Legge e la difesa del cittadino? Certamente ben poco! (Articolo:”Perché la Politica non vara leggi serie anticorruzione? Non può!” del 21 dicembre 2014). Limitandoci, comunque, solo al pianeta ambiente e contrasto alle ecomafie, vediamo che nonostante i profitti illegali delle organizzazioni criminali, secondo l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico per i paesi membri d’Europa), ammontanti a 70 miliardi di euro l’anno, i dati raccolti dalla super Procura Comunitaria Eurojust evidenziano che i reati contro l’ambiente sono sporadicamente perseguiti dalle autorità nazionali, anche perché non dotate di strutture adeguate. L’allarme è stato lanciato negli ultimi mesi del 2014 proprio dai vertici dell’unità di cooperazione giudiziaria dell’Ue, ma da allora nessuna mossa decisiva è stata compiuta da Paesi come l’Italia, che peraltro ancora non fa parte del Network europeo dei Procuratori per l’ambiente (Enpe).
E allora, di che vogliamo parlare? Questa è l’Italia dei primati!
Sul tema ambiente: “Allarme per le Ecomafie! Legambiente presenta il rapporto del 2014″, del 04 Luglio 2014