Aperto fascicolo sulle spese del primo cittadino
19 ottobre ore 21:06 – (ansa) Legale Marino, firme giustificativi non autentiche– “Quanto ai giustificativi dei cosiddetti scontrini il sindaco Marino ha dichiarato che tutte le sottoscrizioni a suo nome in calce non sono autentiche, come può facilmente rivelarsi ad occhio nudo”. E’ quanto afferma in una nota l’avvocato Enzo Musco, legale del sindaco di Roma sentito oggi in Procura a Roma. Il penalista, che ha ribadito il fatto che Marino non è indagato, ha aggiunto che “nella quasi totalità dei casi i giustificativi alle spese ricollegano la causale della cena alla tipologia dell’ultimo appuntamento della giornata programmato nell’agenda del sindaco”. Ciò “è certamente dipeso dal fatto – ha proseguito – conosciuto solo adesso, che la ricostruzione delle causali delle cene è avvenuta a distanza di molto tempo da parte degli uffici del Comune i quali, non ricordando la vera finalità istituzionale della cena ne hanno evidentemente indicato una compatibile con un ultimo appuntamento in agenda”.
Musco ha aggiunto che l’agenda “non è quella cartacea ma in formato elettronico” ed “era a disposizione e consultabile da moltissimi uffici del Comune per un totale di circa 50 o 60 persone”. Riferendo ancora sui giustificativi il penalista ha precisato che “recano quale data dell’apparente sottoscrizione del sindaco lo stesso giorno dell’evento il che è chiaramente impossibile perché implicherebbe che il sindaco, terminata la cena, sia rientrato in Campidoglio a sottoscrivere il giustificativo”. Infine il legale ha chiarito che “in alcuni casi tali giustificativi risultano addirittura firmati quando il sindaco si trovava all’estero e se si trovava all’estero non era in Campidoglio a firmare i giustificativi”.
Ha negato le accuse e depositato documenti. Il sindaco dimissionario di Roma Ignazio Marino è stato sentito, come riferito dal suo legale Enzo Musco, nella veste di persona informata sui fatti. E, secondo quanto si è appreso, in questa veste ha lasciato il tribunale dopo quattro ore di dichiarazioni spontanee davanti al procuratore aggiunto Francesco Caporale ed al pm Roberto Felici. Marino non ha rilasciato dichiarazioni ed è uscito da piazzale Clodio, evitando di farsi vedere dai cronisti. Nel corso del faccia a faccia con gli inquirenti, Marino, accompagnato dal suo legale Enzo Musco, ha dato la propria versione dei fatti a proposito degli scontrini e delle spese di rappresentanza fatte con la carta di credito del Campidoglio. Tra l’altro ha chiarito che non era la moglie, ma una sua collaboratrice, ad aver effettuato una prenotazione presso un ristorante.
Cambio plafond carta non richiesto da lui– Il legale di Ignazio Marino in una nota precisa che il sindaco dimissionario “non ha mai richiesto la carta di credito” ma “gli è stata invece attribuita dagli uffici del Comune”. Per il penalista Enzo Musco inoltre, “non è stato lui a richiedere il riallineamento del plafond della carta da dieci a cinquantamila euro, come era nella precedente amministrazione”. Sulla seconda carta di credito, attribuita al capo del cerimoniale, il legale spiega che è stata “richiesta per facilitare i pagamenti in occasione di eventi pubblici”. Il legale nella nota ribadisce che il sindaco “non ha mai utilizzato il denaro pubblico per finalità estranee a quelle consentite”. E ancora: “E’ evidente che la questione relativa ai giustificativi è da ricollegare ad una prassi, consolidata negli anni e precedente all’amministrazione Marino, secondo cui sono gli uffici del Campidoglio e non il primo cittadino a gestire questi aspetti, come è ovvio che sia e come chiunque può comprendere senza che ciò possa giustificare però la scelta (e non si sa a chi sia riconducibile) di apporre sistematicamente firme non autentiche di Marino ed indicare causali di spesa evidentemente ricostruite a posteriori e senza consultare il sindaco”.