In unintervista a Oggi, riportata dallAnsa, il comandante del peschereccio indiano, dichiara: “Era tutto tranquillo. Intorno c’era solo silenzio e una petroliera che si muoveva lenta” Poi “ho visto tutto quel sangue”, racconta. “Sparavano dalla petroliera, in due”.
Apprendere questa spaventosa verità da un giornale, pone seri ed inquietanti interrogativi sulle indagini della polizia indiana, su quella magistratura ma, ancor peggio, sul non operato dei nostri rappresentanti in India.
Certamente, un bambino dasilo, di mediocre intelligenza, avrebbe ascoltato quel comandante ed ancor più teste chiave della vicenda, apprendendo immediatamente la verità. Avrebbe consentito di avvalorare il discorso delle numerose petroliere in transito in quel tratto di mare, tutte gemelle di quella Enrica Lexie, unica che ha candidamente ammesso di essere stata attaccata ed accettato di attraccare nel porto indiano, dove è tuttora sequestrata. Avrebbe potuto e dovuto consentire unazione di contestazione decisa alloperato indiano e chiedere limmediata liberazione dei nostri Soldati da un mese prigionieri politici, in quanto si tratta di pura propaganda elettorale!
Ci spiace per la delusione dei numerosi denigratori dei nostri Soldati, pronti a condannarli senza valutare una serie di infantili elementi: traiettoria dei colpi, la mancanza di possibilità di assistere allautopsia, visione e rilievi sui proiettili estratti, prove balistiche continuamente rinviate no, non serve sono Soldati, portano luniforme, e per questo vanno condannati!