Quanto è accaduto nei giorni scorsi a Palazzo Chigi, sull’art. 19 bis, della legge delega fiscale, rafforza la consapevolezza che siamo governati da un manipolo di “marpioni incalliti”, oppure da una congregazione di “dilettanti allo sbaraglio”.
Le riunioni del Consiglio dei Ministri dovrebbero essere un po’ diverse dalle assemblee condominiali in cui succede sempre di tutto e di più.
Infatti, molto spesso accade che in questo tipo di riunioni, mentre i condomini si accapigliano su questioni di “lana caprina”, il presidente o il segretario, inseriscono nell’ordine del giorno, delle clausole, più o meno importanti, che alla fine vengono inconsapevolmente approvate o per stanchezza o per abbandono anticipato di gran parte dei partecipanti.
Nel “giallo” andato in onda la sera del 24 dicembre scorso, sembra accertato che quell’emendamento che decretava la depenalizzazione delle evasioni fiscali inferiori al 3%, non facesse parte dell’ordine del giorno, né inserito, come “fuori sacco” nella cartellina personale distribuita ai ministri prima o durante la riunione.
Sorprendentemente, nel documento redatto dagli “addetti ai lavori”, la variante incriminata è risultata approvata.
Ora ci si chiede increduli e basiti: ma è mai possibile che nessuno abbia pensato, nemmeno l’ultimo dei consiglieri legali, (e ce ne sono tanti e tutti strapagati), che il codicillo potesse riguardare il processo Berlusconi, mettendo in discussione la condanna, peraltro già passata in giudicato dell’ex premier?
In questo caso, tutt’altro che trascurabile, le ipotesi che echeggiano sulla bocca di tutti sono due, entrambi gravi e sconcertanti.
In prima battuta molti si considerano legittimati a credere ed affermare che qualcuno dei “furbetti del quartierino” volesse agevolare l’ex cavaliere, favorendogli il reingresso completo nell’attività politica con tutto il “can can” che ne sarebbe derivato.
In secondo luogo viene confermata la mediocrità degli attuali politici che un noto magistrato, non certo vicino al centro-destra, (Piercamillo Davigo), protagonista durante la triste stagione di “mani pulite”, abbia definito l’attuale esecutivo una “ammucchiata di dilettanti allo sbaraglio”.
Si è tuttora alla ricerca di quella “gelida manina” che ha tentato lo stravolgimento del decreto, rinviato, peraltro, a febbraio, e non si può certo pensare che l’assunzione della paternità da parte di Renzi, sia credibile perché palesemente inverosimile.