Quante menti catturate ci sono in Italia!

Roma, 30 aprile 2017 –  Ci siamo arrivati! Primarie del PD. Se ne discuteva da mesi; invece di discutere dei contenuti, che non ci sono, si discute delle strategie. I TG ci hanno martellato senza pietà ieri, 29 aprile, per informarci che in tutte le piazze dell’Italia erano allestiti i gazebo per le votazioni. … che, avevano paura che qualcuno disertasse l’”invito”? Nella sezione della zona di Piazza Bologna, sui manifesti propagandistici, era presente addirittura un invito che speravo che non ci fosse e di cui, dall’ultima tornata elettorale, ne avevo perso le tracce di memoria; “la votazione è soggetta ad un contributo di 5,00 euro” e ”ricordarsi di portare almeno 2,00 euro”. Innanzi tutto non si capisce la logica della contribuzione; se sono 5,00 euro, a quale titolo si arriva allo sconto di 3,00 euro? …poi la domanda  del  perché una contribuzione per esprimere un voto, quando sono loro, il partito, che dovrebbero pagare gli elettori? Che senso ha questa contribuzione? …è forse un “onore” o un “privilegio” esprimersi in questo voto? O forse bisogna “pagare” i “volontari prezzolati”?

Chiudiamo i pettegolezzi da sottoproletari addetti alle pulizie ed entriamo nel concreto della “operazione”. Gli elettori non si sono fatti aspettare e fin dall’apertura si sono messi in fila avanti ai posti di raccolta dei voti. Le file, in verità, sono state subito lunghe ed evidenti; segno che l’operazione è stata “sentita” e c’è stata … “partecipazione”. È qui che sorgono le perplessità. Al gazebo a Piazza Sant’Emerenziana un militante del partito mi vede incuriosito e mi si avvicina per chiedermi se voglio votare. Ci siamo incontrati in occasione di volantinaggi e ogni incontro è stato caratterizzato da uno scambio di opinioni terminato inderogabilmente da una “telefonata dalla direzione”, che arrivava da dietro il gazebo, e che invitava il militante ad interrompere il dialogo. Sulla base di questa esperienza, rispondo alla sua domanda, se, per avere il voto, è disponibile a un paio di minuti di chiarimenti. Ho intenzione di chiedergli su quale base bisogna dare una preferenza, dopo aver visto la grande “performance” di Renzi a “Porta a Porta”. Con tanto di inserimenti nel “chroma key” di due riferimenti precisi alla diminuzione delle tasse, nella economia dei nostri tempi,Trump e Berlusconi, Renzi ha proprio rifiutato di prendere in considerazione l’argomento, per avvalorare, oltre i risultati, i “suoi 80,00 euro”. Mi risponde con un gesto di sufficienza e, interessato a dare informazioni ad un elettore che si mette in fila, abbandona l’incontro. Le prospettive di voto non sembrano incoraggianti. Nel gazebo a Piazza Bologna la musica cambia leggermente. La fila è lunga e arriva fin oltre il marciapiede. Un antico conoscente, militante del partito, mi riconosce e mi incoraggia a esprimere il mio voto. C’è sempre stata molta confidenza fra noi e gli parlo esplicitamente di quel che penso di Renzi, di Andrea Orlando e di Michele Emiliano. Gli elenco qualche principio di politica economica che Renzi non ha mai voluto applicare e gli chiedo come si può risolvere la situazione economica con gli 80,00 euro per la spesa che entrano da una parte ed escono dall’altra. Invece di dare vita ad una commedia brillante, la scena che ne vien fuori è quella del cinema muto di gloriosa memoria. Qualche “elettore” gli chiede al volo come mettersi in fila e il “film muto” viene interrotto  dalla sua spiegazione mentre la fila si allunga.

Si sente il suono di un cellulare. È il suo. Gli anticipo: “Questa è la direzione che ti informa di qualche impegno urgente” gli faccio significativamente, io “e che viene dall’interno del gazebo”. Capita la soffiata, risponde con un laconico “…si…si…va be’…” e chiude la comunicazione. Riponendo il cellulare mi abbozza un incerto “…mi hanno informato del cambio di servizio…”.

La nostra conversazione non termina. Mi accetta le mie osservazioni sul degrado completo della politica, sulla mancanza di programmi concreti, sulla mancanza di contenuti, sulla incompetenza nella politica economica di Renzi, di Padoan e compagnia cantante. Mentre la fila di votanti si allunga, gli faccio presente la prova deprimente che ha fornito Renzi a “Porta a Porta”. Mi risponde con una “non risposta” perché ogni risposta non avrebbe significato. A questo punto muovo la domanda che mette in discussione il suo impegno di militante, come quello di tutto il partito. Quante persone di quelle che adesso affollano la fila di quel gazebo e di quanti altri sono aperti in tutta l’Italia, per votare, sono al corrente dei meccanismi economici sulla base dei quali valutare i candidati alla segreteria del partito, come alla guida del paese? Mi guarda perplesso e il film muto subisce un’interruzione ad opera di un compagno di partito che lo chiama.

Guardando amaro la fila di “elettori” che si allunga a dismisura avanti al gazebo, giovani ancora inesperti, in cerca del proprio futuro, e persone anziane preoccupate per la loro pensione, non posso fare a meno di fare due amare considerazioni: prima, non è possibile avere un dialogo di contenuti con il partito perché il PD lo rifiuta; seconda, sulla base della vista trasmissione di “Porta a Porta”, quante “menti catturate” ci sono in Italia che riempiono quella e tutte le altre file del fatidico oggi, 30 aprile.

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