Con un video spiega come costruire in casa bombe artigianali ma devastanti
Roma, 17 settembre – Tre settimane fa, come scrive un sito che omettiamo volutamente di indicare per non pubblicizzarlo, è stato pubblicato per la prima volta e riproposto nelle ultime 24 ore venendo poi rimosso, un nuovo video dalla durata di soli 52 secondi e dal titolo Flames of War (Fiamme di Guerra). Sono meno di un minuto ma colme di violenza inaudita, dove si vedono immagini di esplosioni, anche in slow motion, di miliziani che sparano con fucili automatici e armi anticarro mostrando soldati Usa uccisi o feriti. Il video è stato diffuso dallo stesso produttore che ha pubblicato anche i filmati delle decapitazioni, privo di commenti concludendosi con la scritta minacciosa “Fiamme di guerra, la battaglia è appena cominciata”, e dovrebbe essere l’ anteprima di un filmato più lungo in quanto conclude con la dicitura “trailer” e la scritta “coming soon”, presto su questi schermi.
Con queste immagini, l’Isis da le istruzioni ai suoi potenziali “lupi solitari” per preparare atti terroristici, indicando principalmente Times Square, o altri luoghi simbolo di New York, Las Vegas e altre città americane comunque luoghi di turismo di massa ma anche stazioni metropolitane, argomentando la necessità di attuarli con urgenza. Ma non vengono escluse le altre città dei Paesi alleati degli Usa.
Il capo della polizia di New York, Bill Bratton è preoccupato perchè “È la prima volta che l’Isis usa questo canale di comunicazione per ispirare attacchi di possibili lupi solitari”, richiamando il ricordo dell’attentato alla maratona di Boston.
La Commissione di inchiesta dell’Onu ha denunciato che i terroristi dell’Isis in Siria “espongono deliberatamente i bambini alla violenza” e cercano di indottrinarli. “I bambini sono invitati ad assistere alle esecuzioni e poi ad aggirarsi tra i cadaveri crocifissi nelle piazze. L’indottrinamento dei bambini è una priorità dell’Isis”, ha detto il presidente della Commissione Paulo Sergio Pinheiro.
Intanto, noi aboliamo le frontiere e fingiamo che il pericolo non esiste.