Mentre il Paese affonda i Parlamentari giocano a rimpiattino

E’ semplicemente vergognoso ed indecoroso quanto sta accadendo in una delle istituzioni più importanti e più prestigiose della Repubblica, come la Camera dei Deputati.

Per una volta tanto, l’intero mondo politico e mediatico concordano sulla grave crisi economica e finanziaria che attanaglia l’Italia, sottolineando le urgenze e le priorità per tentarne una difficilissima ripresa, ma irresponsabilmente ciascuno cerca di “tirare l’acqua al proprio mulino”.

Fa un po’ tenerezza l’impegno costante e determinato del Presidente del Consiglio, il quale propone, in tutte le salse, quelle riforme istituzionali di cui nessuno nega la validità, e che l’Europa, a torto o a ragione, ci chiede di realizzare nel più breve tempo possibile.

E nel contempo cosa accade nel “santuario” di Montecitorio?  Si gioca a “rimpiattino” esercitandosi nella “ignobile” arte di “franchi tiratori” durante le operazioni di voto per eleggere  due membri della Corte Costituzionale.

L’aspetto più sconcertante e degradante è che il deputato o il senatore (per l’occasione sono riuniti in seduta comune), non compie questo inqualificabile gesto “pro domo sua”, (nel qual caso qualche irresponsabile potrebbe anche giustificarlo), ma contro il collega candidato  dal suo stesso partito dopo discussioni ed accordi apparentemente condivisi.

Le stesse difficoltà sussistono anche nella nomina dei membri “laici” mancanti nel Consiglio Superiore della Magistratura e nessuno è attualmente in grado di  sciorinare previsioni con un certo fondamento.

Questa situazione di stallo, forse non tanto avvertita dall’uomo della strada tormentato di non trovare lavoro o di perdere quello che ha, è molto grave perché, di fatto, blocca la nomina di importanti incarichi nella magistratura con ineluttabili ricadute sul funzionamento della giustizia.

L’irresponsabile temporeggiamento dei parlamentari rischia anche di compromettere l’approvazione e, quindi, la trasformazione in legge dello Stato,  di alcuni decreti importanti oltre che rinviare la discussione sull’abolizione del Senato e la revisione del titolo 5° della Costituzione.

Mi pare ovvio ribadire, però, che costoro sono i nostri rappresentanti che liberamente abbiamo scelto ed appare estremamente difficile trattenere una risata quando pretendono di essere chiamati onorevoli.

 

 

 

 

 

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