Ne deriva la consapevolezza che ormai non potrà accadere più nulla di nuovo sotto il sole. tranne l’impatto delle nostre azioni ed omissioni che potrebbero avvantaggiare o penalizzare il nostro prossimo o la convivenza civile e democratica.
Checchè se ne dica, il nostro “Bel Paese” si trova tuttora in una profonda crisi economica, istituzionale e politica. Si balbetta goffamente di inversione di tendenza, di segnali incoraggianti di ripresa, di quisquiglie e minuzie che offendono l’intelligenza degli italiani.
La realtà, purtroppo, è quella che sta sotto gli occhi di tutti: fabbriche che chiudono, disoccupazione in aumento, riduzione dei consumi interni e sfiducia che monta nei confronti della classe politica e rappresentativa.
Non mi sogno nemmeno lontanamente di cercare gli autori di questo stramaledetto sfascio che sta mettendo sul lastrico milioni di famiglie, ormai al limite dell’umana sopportazione, perché i nostri politici (di ieri e di oggi), nel palleggio delle responsabilità superano in bravura i Maradona, i Rivera, i Ronaldo, i Messi, e così via.
Premetto che non sono un elettore di Renzi, ma non ho alcuna difficoltà ad ammettere che ammiro e condivido il suo “decisionismo” ed il modo sbrigativo di affrontare i gravi problemi del momento, “mettendoci la propria faccia”.
Ebbene, l’aspetto più paradossale e sorprendente nella difficile battaglia condotta dal Sindaco di Firenze, impegnato a procedere ad alcune improcrastinabili riforme capaci di salvare il paese in bilico sull’orlo del baratro, si manifesta nell’atteggiamento alquanto enigmatico ed ostruzionistico da parte della minoranza del suo stesso partito.
Comprensibile, ma non certo giustificabile, la protesta dei “padroncini” dei piccoli partiti che senza un abbassamento degli sbarramenti attualmente previsti, rischiano di scomparire, dalla scena politica. Eppure anche costoro nelle dichiarazioni ufficiali sembrerebbero tutti d’accordo sulla necessità delle riforme, ma, di fatto, remano contro e lo faranno anche nel voto alle Camere, specie se verrà scelto il voto segreto.
Non ho la pretesa, né i titoli e nemmeno il desiderio di dare consigli a chicchessia; tuttavia, quando verrà discussa ed approvata la legge elettorale, credo sia veramente il caso di procedere col voto palese, come è stato fatto per la decadenza di Berlusconi da senatore della Repubblica.
E’ assai verosimile che l’accordo, intervenuto tra Renzi ed il capo effettivo e carismatico di Forza Italia, sia veramente l’ultimo treno per far decollare il paese, anche se non si notano concreti segni di ravvedimento tra alcuni “marpioni” della politica, i quali perdono, si, il pelo, mai il vizio, speranzosi e fiduciosi nel motto “gattopardesco” di Tomasi di Lampedusa: “cambiare tutto per non cambiare nulla”.