Come sempre accade nelle varie tipologie della vita moderna (e non solo), l’attività di un personaggio di spicco in possesso di poteri eccezionali e straordinari, non può assolutamente pretendere di raccogliere soltanto attestazioni di solidarietà e di sostegno delle sue scelte, ma deve mettere in conto anche il dissenso di chi non la pensa come lui, a prescindere da chi possa avere torto o ragione.
Napolitano è stato (e credo lo sia ancora) un convinto militante di un partito della sinistra che non è mai stato maggioranza nel Paese e la sua elezione, a capo dello Stato, potrebbe sembrare, osservandola in quest’ottica, anche un po’ anomala e paradossale, ma in democrazia sono consentite ed ormai consolidate, alleanze ed altre forme compromissorie richieste da particolari situazioni contingenti.
Una delle scelte peggiori nell’arco del suo mandato, sebbene non vietata dalla costituzione, è stata quella di nominare ben tre governi consecutivi (Monti, Letta e Renzi), senza il consenso esplicito degli italiani, legittimati ad esprimere la loro sovranità attraverso il proprio voto.
I suoi estimatori continuano a sostenere che, nella circostanza, mancavano alternative valide, per cui, valutata la precarietà della situazione generale, è stato necessario scegliere il male minore.
Ovviamente, tutto ciò non viene condiviso dalle controparti che costituiscono l’opposizione, come puntualmente accade, in tutti i paesi civili e democratici.
In un contesto d’assieme, la sua lunga permanenza al Quirinale può essere certamente definita lineare e positiva, ma attenti a non creare le premesse per l’avvio di un processo di beatificazione perché S. Giorgio esiste già nel calendario cattolico-gregoriano.
Quasi tutti i media ritenuti tra i più autorevoli e qualificati, hanno osannato, con toni iperbolici, il “novennato” dell’ormai ex inquilino del colle, definendo quanto meno “dissacranti” le critiche ed i rilievi mosse dall’opposizione, quasi stessero alla base di un atto di “lesa maestà”
Consola il fatto che ancora esiste la libertà di votare per chi gli pare e di sostenere chi più gli aggrada.