
“Mafia, beni confiscati: azzerati gli amministratori”, così titola su Repubblica.it del 30 gennaio l’ articolo di Alessandra Ziniti. “”É un vero e proprio valzer delle nomine quello che, suscitando non poche irritazioni tra i Giudici delle misure di prevenzione, porta la firma di Giuseppe Caruso, il (Prefetto) direttore dell’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati. E il suo è un pesantissimo atto d’accusa. “Alcuni hanno ritenuto di poter disporre dei beni confiscati come “privati” su cui costruire i loro vitalizi. Non è normale che i tre quarti del patrimonio confiscati alla criminalità organizzata siano nelle mani di poche persone che li gestiscono spesso con discutibile efficienza e senza rispettare le disposizioni di legge. La rotazione nelle amministrazioni giudiziarie è prevista dalla legge così come la destinazione dei beni dovrebbe avvenire entro 90 giorni o al massimo 180 mentre ci sono patrimoni miliardari da 15 anni nelle mani dello stesso professionista che, peraltro, prendeva al tempo stesso una parcella d’oro (7 milioni di euro) come amministratore giudiziario e 150 mila euro come presidente del consiglio di amministrazione. Vi pare normale che il controllore e il controllato siano la stessa persona?””.
