La “sceneggiata”, che ormai si replica ininterrottamente dall’immediato dopoguerra ad oggi, era facilmente prevedibile e non so quanto abbia entusiasmato gli italiani, costretti giornalmente a fare i conti con problemi molto più gravi come il lavoro, l’impoverimento delle famiglie che si allarga a macchia d’olio, le difficoltà per i giovani di crearsi un futuro nel paese in cui sono nati e cresciuti e tanti altri malanni che affliggono la convivenza civile moderna.
Una delle incertezze più diffuse e condivise, riguardava il genere del papabile, perché non erano in pochi coloro i quali volevano che, per la prima volta nella storia repubblicana, il Quirinale si ammantasse di rosa.
Ovviamente è troppo presto per etichettare i vinti ed i vincitori nell’importante “kermesse”, ma è bene ricordare che la politica, in generale, non è una scienza esatta come la matematica e, quindi, le contropartite potrebbero rimanere ignote per sempre.
Premetto che non intendo assolutamente contestare la carta costituzionale, ma proprio grazie, ai suoi principi fondamentali, ritengo che ciascuno di noi abbia il diritto di esprimere le proprie opinioni.
La nota dominante, condivisa da tutti i partiti e gli schieramenti politici, è stata l’invocazione unanime e quasi supplichevole, della raccolta di maggiori consensi possibili e delle più larghe intese e convergenze, in modo che il nuovo inquilino del Quirinale fosse veramente, (anche nei numeri), il Presidente della stragrande maggioranza degli Italiani, (la possibilità di una adesione plebiscitaria, ovviamente, non è stata mai nemmeno presa in considerazione).
Ebbene, se questo è veramente il desiderio delle forze politiche presenti in Parlamento, perché non abbiano preso e non prendano in considerazione un cambiamento della costituzione con una norma che preveda l’elezione diretta del Capo dello Stato a suffragio universale? Temono che venga bollato come un disegno politico di destra o di sinistra ?
Nulla di tutto questo perché, oggettivamente, la situazione temporale del nostro Paese e dell’intera Europa, è assai diversa da quella dell’”Assemblea Costituente” degli anni 1946/48.
Sergio Mattarella sarà indiscutibilmente il Presidente di tutti gli Italiani, anche di coloro che non l’hanno votato, né condividono il suo orientamento politico, perché è nota la sua estrazione e militanza prima nella “balena bianca” e poi nel PD.
Il compito che gli spetta non è certo semplice, né facile, ma non mancano le competenze e le capacità operative sempreché qualche big della sua stessa maggioranza, infastidito dalla sua ombra, si possa mettere di traverso creando problemi più di quanti ci sono già.
L’On. Sergio Mattarella si può considerare un figlio d’arte perché suo padre, Bernardo, democristiano DOC, fu più volte ministro della Repubblica negli anni cinquanta e sessanta ed il fratello, Piersanti, ricoprì l’incarico di Presidente della Regione Siciliana prima di essere stato trucidato da “cosa nostra” nel 1980.
Nella sua abbastanza lunga carriera politica ha svolto incarichi molto importanti di governo mostrando serietà, imparzialità e pacatezza, che certamente caratterizzeranno il suo settennato sul più alto colle capitolino.
Auguri Presidente!