Olimpiadi, “si”, olimpiadi, “no”.Intanto, con le promesse, si va a votare…
La parola ai romani.
Roma, 19 giugno – Come dire “chi ha torto e chi ha ragione”; poi ci accorgiamo che è tutta una strumentalizzazione.
Ufficialmente la campagna elettorale dovrebbe essere terminata, (se qualcuno non infrangesse le regole), e già ne comincia un’altra. Di che cosa si tratta? Raccolta di firme, promossa dal Partito Radicale, per il referendum sulle Olimpiadi del 2024 a Roma.
Il referendum non dovrebbe essere collegato all’attuale tornata elettorale per il sindaco, ma è inevitabile che la Raggi e Giachetti “vi entrino” perché ciascuno di loro è promotore di una opinione a riguardo per cui i pedoni si fermano al tavolinetto che raccoglie le firme e chiedono spiegazioni in merito.
La situazione allora si divide in due posizioni; da una parte quella di ordine economico, la Raggi, e dall’altra quella di ordine politico, che, però, se andiamo ad analizzare bene, è strumentale, Giachetti. Quella di ordine politico Giachetti la presenta sotto il profilo accattivante, della prospettiva della bellezza dello sport e di 170.000 posti di lavoro. Essa è senza dubbio, affascinante, e non pochi disoccupati potrebbero cominciare a sognare in essa il “sogno di costruirsi una vita”.
Per quella di ordine economico, la Raggi si dichiara, almeno al momento, contraria e porta a sostegno della sua posizione, priorità più importanti per Roma.
Chi ha ragione?
Se una persona giudica d’impulso, senza dubbio Giachetti ma “raffreddiamo” gli entusiasmi e gli impulsi e valutiamo la situazione alla luce della freddezza della “sacra” “ratio” che non sbaglia mai. Innanzi tutto le Olimpiadi non sono eterne, per cui, qualsiasi beneficio che se ne avrebbe, avrebbe la durata limitata nel tempo della manifestazione. Secondo, da un colloquio approfondito e disincantato, come il discorso testé improntato, con i promotori del referendum, ne è scaturito che i 170.000 posti di lavoro, sempre considerando la durata della manifestazione, corrispondono ad una elaborazione esponenziale simile a quelle a cui ci ha abituati Renzi. Ogni tanto, quando i fischi della Confcommercio si fanno più sonori o quando i tremolii della poltrona aumentano, Renzi tira fuori, da una parte all’altra, investimenti di migliaia di miliardi che ancora non si è capito da dove provengono.
Chi ha lavorato in un ufficio di Contabilità Generale di un’azienda, sa che quella cifra enorme che esce al termine delle elaborazioni, non è altro che il risultato della somma delle elaborazioni attraverso cui passa la cifra reale che è di gran lunga inferiore. Come i 455.000 posti di lavoro in più, a tutti gli effetti posti a ore, a giorni o a settimane, così i 170.000 posti delle Olimpiadi, moltiplicazioni esponenziali di un avvio al lavoro parziale e periodico…e Giachetti e il PD li strumentalizzano.
La Raggi non dice una cosa sbagliata; le Olimpiadi, spettacolo stupendo, travolgente, affascinante, ma, nelle condizioni in cui oggi è Roma-Capitale (i rifiuti escono dai cassonetti e rotolano sulla strada carrabile; i mezzi pubblici, specialmente nelle ore di punta, non ci sono e i lavoratori giungono sul posto di lavoro con mezz’ora di ritardo; e gli addetti ad entrambi i servizi lamentano la mancanza dello stipendio da più mesi)…ci conviene impegnare chi sa quanti miliardi per prepararle? La resa economica coprirebbe i costi? Alla manifestazione mancano ancora otto anni che, per decidere, non sono molti e i calcoli non si fanno sulla bellezza, sul fascino che una manifestazione del genere può esercitare, ma sui BILANCI PREVENTIVI.
Giachetti e il PD li hanno fatti questi bilanci per riferire il loro risultato ai romani?
Intanto, con questi dubbi/benefici, i romani indecisi – facendosi condizionare e irretire – vanno alle urne..