Anche quest’anno, in questo benedetto Paese non cambierà proprio nulla
Ma lo sconvolgente, è che ”nemmeno gli italiani cambieranno”
Roma, 11 gennaio – Sono anni, anni e anni che vediamo stracciare, macellare, bruciare e addirittura vilipendere la nostra Carta Costituzionale, sotto i nostri nasi e senza fare nulla.
Assistiamo alla privazione dei nostri diritti, spesso con atteggiamento incredulo e sgomento, senza, però, alzare un dito o sollevare un minimo d’ appunto.
Ma allora aveva ragione Massimo D’Azeglio: “L’Italia è fatta, ora tocca fare gli italiani” … . Quando ci sentiremo un tutt’ uno con questo Paese e quando, soprattutto, ci riprenderemo il nostro diritto d’essere cittadini, parte costituente ed allo stesso tempo spina dorsale dello Stato Italiano che senza di noi non avrebbe ragione d’essere e di esistere?
Non è di vostro avviso, cari lettori, anticostituzionale lo spauracchio annuale del test d’ingresso universitario?
Non è forse una sorta di sbarramento alla libertà di autodeterminazione, libertà di scelta e di pari opportunità?
Non costringe giovani e meno giovani, ‘ma volenterosi di riscatto’, a esborsi eccessivi di denaro e patemi d’animo assurdi pur di garantirsi un futuro dignitoso, uguale e alla portata di tutti?
A mio avviso sì … è tutto anticostituzionale!
Molti blasfemi vedono nello sbarramento una sorta di scelta meritocratica nei confronti di quegli studenti capaci, meritevoli, vogliosi d’elevarsi a vite più illuminate…
Io, ne vedo solo un misero blocco delle aspettative, un rallentamento a circolo vizioso d’un sistema scolastico statale che mostra da fin troppo tempo una prepotente usura degli ingranaggi.
Un sistema tanto contorto che oggi ci pone addirittura come fanalino di coda rispetto ad una Europa sempre più attenta alla necessità d’investire nella preparazione universitaria del futuro asse portante di ogni singolo stato: ‘i giovani’. Sempre più di sovente noi veniamo additati come popolo di ‘analfabeti’ che a mala pena giunge al conseguimento della licenza di terza media e ancor meno al conseguimento d’una laurea.
In questo vorticoso giro di vite, in un momento di forte smarrimento, assistiamo come in modo spesso subdolo ed a volte palese, l’infiltrarsi di strutture universitarie private che propongono, come unica ancora di salvezza, corsi, lezioni individuali o collettive, a garanzia del superamento dei test d’ingresso. Purtroppo, spesso non è altro che una pesante spada di Damocle, appesa sopra al capo di tutti quei genitori che, annaspanti nel mare magnum contraddittorio riecheggiante dei termini pubblico, statale, privato, s’abbandonano sconfitti a qualunque possibile soluzione.
La soluzione non è abbandonarsi all’inerzia, ai diritti non riconosciuti e non applicati, non è nell’accettazione d’una Costituzione vigente solo in senso formale e non sostanziale ma è nella presa di coscienza d’uno Stato malato che ci chiede d’assolvere a tutti i doveri, stracciando quotidianamente i nostri diritti.
I cittadini italiani, i più onesti, assolvendo ai propri doveri e pagando le tasse, alimentano un settore pubblico, statale, che di riscontro dovrebbe porsi al servizio del cittadino stesso, cosa che poi spesso non accade nella realtà. L’immagine dell’Italia di oggi è quella di un paese del paradosso, dell’omertà, della contraddizione e dei compromessi contro quell’Italia di ieri, fatta da menti eccelse e da grandi statisti che, a seguito dell’abominio dell’ultima guerra, decisero di ripartire con una nuova Costituzione a garanzia e tutela di quei principi fondamentali di libertà e d’uguaglianza, non commerciabili nè cedibili per alcuna ragione al mondo, quindi inalienabili.
Regaliamo allora il libro della Costituzione, leggiamo e rileggiamo quei principi combattuti ed ottenuti da quegli Uomini che nel proporre la nuova Costituzione hanno guardato al presente ma ancor più alle future generazioni e facciamo in modo che uno sbarramento sia visto come una violazione alla libertà di scelta, ponendoci ineguali e non concedendo le medesime aspettative di vita a tutti i suoi cittadini.
Democrazia è fare in modo che la libertà di uno sia la libertà di tutti e la libertà di tutti sia la libertà di uno.
Democrazia è nell’espletamento dei doveri ma ancor prima nella giusta attuazione dei diritti.
Così, mentre ancora brindiamo all’anno 2015, sotto al tappo scoppiettante dello spumante, poniamo l’Italia di ieri con una Costituzione che non sia solo un pezzo di carta.