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Ricorda Veltri che il 22 marzo 1977, l’Agente di Polizia Claudio Graziosi, libero dal servizio, mentre si trovava a bordo di un autobus, riconobbe Maria Pia Vianale, militante dei NAP (Nuclei Armati Proletari), evasa a gennaio dal carcere di Pozzuoli. Nel tentativo di arrestarla, l’Agente fu raggiunto mortalmente da colpi d’arma da fuoco esplosi da un altro terrorista che si trovava a bordo; nella successiva caccia ai terroristi in fuga, si aggiunse la tragedia, per fatale errore da parte di Agenti, dell’uccisione all’interno della stazione ferroviaria di Trastevere della guardia zoofila Angelo Cerrai, che si era unita alle Forze dell’Ordine nelle ricerche. L’articolista amaramente conclude, riferendosi all’Agente Graziosi, che “pensandolo sotto terra perché ha cercato di compiere il proprio dovere”, considera che “chi l’ha ucciso è a spasso… (lasciando)… al lettore la valutazione….”. L’ articolo, di doverosa commemorazione, riporta indubbiamente alla mente quei tempi e le imprese dell’organizzazione di delinquenti-terroristi denominati NAP che faceva proselitismo anche nella criminalità comune; fa tornare, nella circostanza, anche il ricordo di un grande Magistrato, Paolino Dell’Anno, uno dei PM di punta della Procura della Repubblica capitolina, certamente tra i più coraggiosi, determinati e preparati. Proprio Dell’Anno, il 5 MAGGIO 1976, a Roma, subiva un attentato dei NAP, rimanendo ferito, fortunatamente in modo non grave, e questo perchè “accusato” della dinamica dell’uccisione di Annamaria Mantini che, nel luglio 1975, durante le fasi di arresto nel suo appartamento a Tor di Quinto a Roma, veniva uccisa con un colpo di pistola esploso da distanza ravvicinata dal Vicebrigadiere AntoninoTuzzolino; la versione fornita nella immediatezza faceva riferimento al fatto che il colpo era partito per errore, per tragica fatalità, a causa di un urto del battente della porta che si apriva sulla mano del Sottufficiale di Polizia. Tuzzolino, qualche tempo dopo, veniva gravemente ferito per rappresaglia in agguato da elementi del “Nucleo Armato 29 ottobre” dei NAP, rimanendo purtroppo paralizzato. Proprio lui, il Pubblico Ministero Dell’Anno, che la “Mala” aveva soprannominato “Paolino Ergastolino” per la Sua capacità di sostenere la Polizia Giudiziaria nelle indagini e la sua determinazione ad emettere Ordini di Cattura (possibilità offerta ai Pubblici Ministeri dal vecchio rimpianto Codice di Procedura Penale) quando consentito; Lui, “Carabinierista” convinto, anche perchè figlio di Ufficiale dell’Arma, aveva in verità un carattere un po’ difficile, nel senso che nei rapporti di lavoro era molto esigente e contrario a tollerare ritardi da parte di chi lo collaborava e ciò comportava che taluni ne parlassero benissimo, mentre altri, in verità pochi, in toni meno apologetici, in quanto probabilmente redarguiti dal PM per minore zelo investigativo. Ancora su Dell’Anno, c’è da dire che non solo fu oggetto di attentato da parte dei terroristi, come descritto, ma anche da parte della criminalità comune, tanto che nei primi anni ’70 ebbe la porta di casa bruciata con benzina, nottetempo, da parte di malavitosi del quartiere Primavalle, con gravissimo rischio per sè ma soprattutto per la Famiglia. Proprio Lui, Paolino Dell’Anno, quando a novembre del 1978, a Patrica (FR), le FCC (Formazioni Comuniste Combattenti), gruppuscolo della galassia assassina dell’ultrasinistra uccisero il Procuratore della Repubblica di Frosinone, Fedele Calvosa, unitamente all’autista e all’Agente di “tutela”, chiese ed ottenne di prenderne il posto, operando, una volta assunte le funzioni con la consueta generosità e la stessa determinazione nella lotta alla Criminalità e al Terrorismo evidenziate nella Capitale e, cosa inedita per quell’area, nel perseguimento dei reati contro la Pubblica Amministrazione. Acquisì, così, notevoli benemerenze con risultati eccellenti, tanto da essere ancora oggi ricordato nella Provincia laziale, come anche e soprattutto a Roma dove, sino alla Sua fine prematura per malattia, nel 2005, ha svolto le alte funzioni di Presidente di Sezione della Corte Suprema di Cassazione. Sulla breve (per fortuna) stagione di terrore di questa formazione dell’ultra sinistra rivoluzionaria denominata NAP, che tra la fine del 1975 ed i primi mesi del 1976 compì varie azioni contro il personale di custodia delle Carceri e dirigenti del Ministero della Giustizia, ricordiamo che il 14 dicembre 1976 attentò alla vita del Vice Questore Alfonso Noce dell’ Antiterrorismo, che rimase ferito fortunatamente in modo non grave mentre un Agente della scorta, Prisco Palumbo, decedette dopo aver colpito a morte il terrorista Martino Zichittella; il 1 luglio 1977, ancora, una pattuglia della mitica 2^ Sezione Autoradio del Nucleo Radiomobile dei Carabinieri di Roma, individuati tre nappisti sulla scalinata della Chiesa di San Pietro in Vincoli, disarmò arrestandole la già citata Maria Pia Vianale e Franca Salerno, mentre Antonio Lo Muscio, nel tentativo di sottrarsi alla cattura puntando la pistola contro il Brigadiere inseguitore, fu colpito a morte dall’arma d’ordinanza del valoroso Sottufficiale. Questo evento chiuse, di fatto, la storia dei NAP. Maria Pia Vianale e Antonio Lo Muscio….; sì, fu quest’ultimo ad uccidere l’Agente di Polizia Claudio Graziosi in quella tragica sera del 22 marzo del 1977, a Roma, sull’autobus che percorreva Viale Trastevere, per evitare l’arresto della Vianale, come descritto nel suo articolo da Salvatore Veltri citato all’inizio; quella del 22 marzo, una sera diversa ma uguale ad altre di quei maledetti anni….in cui l’ordinario erano eventi di questo tipo.