Pasticcio all’italiana in salsa romana
Roma, 5 settembre – In taluni ambienti politici della Capitale, una delle specialità più gettonate è il “pasticcio all’italiana in salsa capitolina”.
Il prefetto Gabrielli ed il sindaco Marino sanno perfettamente che con due galli a cantare nel medesimo pollaio, non si farà mai giorno.
Il primo cittadino di questa grande metropoli, pur avendone preso atto della sua crescente impopolarità e del sostanziale abbandono del suo stesso partito, (il PD), sembra non abbia alcuna intenzione di fare “alcun passo indietro”, sbandierando ai quattro venti il proprio diritto a governare perché eletto liberamente e democraticamente, dai cittadini romani.
Il prefetto, dal canto suo, non può certo disattendere una puntuale ordinanza del suo ministro degli Interni, sicuramente emanata con la benedizione del Presidente del Consiglio.
Il segno premonitore delle inevitabili scintille che si verificheranno molto presto, è contenuto nelle dichiarazioni del prefetto Gabrielli che ha puntualizzato, con fermezza, i propri poteri, tra cui è contemplato anche quello di sciogliere il consiglio comunale.
Il vecchio adagio ci ricorda sempre che “a buon intenditore bastano soltanto poche parole”.
Ora è chiaro che la convivenza di questo dualismo al vertice del Campidoglio tra soggetti di diversa estrazione professionale (un poliziotto ed un medico chirurgo) e forse anche non dello stesso credo politico, sarà estremamente difficile se non impossibile
Inoltre incombe già l’apertura del Giubileo straordinario che metterà a dura prova le rispettive capacità organizzative e gestionali in un degrado generale della città.
Ma l’aspetto più appariscente e più sorprendente è l’assordante silenzio, (nella circostanza), del premier Renzi, perché unanime è il convincimento secondo il quale il vero “burattinaio” sia proprio lui.
Nelle prossime settimane certamente ne sapremo di più, ma non sono in pochi a ritenere che sarà il prefetto Gabrielli a prendere le decisioni più importanti e Marino dovrà adattarsi al ruolo di comprimario, non so con quanto entusiasmo.