È fin troppo evidente che il centro-destra ed il centro-sinistra sono rappresentati da due identità tutt’altro che armoniche ed omogenee, per cui i dissidenti più oltranzisti, di entrambi le parti, appena capita l’occasione favorevole, alzano la voce e contestano le scelte e la linea ufficiale dei rispettivi partiti.
Ma mentre il crollo del patto del Nazareno ha ricompattato le varie anime del PD, ha contestualmente causato l’implosione del centro-destra ed in particolare all’interno di Forza Italia.
Ormai non è più un mistero per nessuno che l’ex cavaliere ha perso lo smalto degli ultimi anni a causa dell’età, delle sue vicende giudiziarie e delle possibili ripercussioni negative che potrebbero riversarsi sulle aziende di famiglia.
Ciò nonostante, erano in pochi a sostenere che non avesse ancora la forza ed il carisma di mantenere il controllo del suo partito.
Al contrario, le truppe ribelli, capitanate dall’eurodeputato Fitto, hanno provocatoriamente alzato la testa chiedendo delle innovazioni nella gestione interna del partito con toni quasi minacciosi che hanno provocato sconcerto tra la base ed amarezza tra i fedelissimi di sempre.
La reazione del Presidente di Forza Italia non si è fatta attendere molto e, con garbo e fermezza, ha intimato a Fitto ed ai suoi di decidere, entro 20 giorni, se rimanere nel partito oppure andarsene.
Non si conosce ancora la decisione del giovane parlamentare pugliese, il quale, conversando con qualche cronista parlamentare, ha ripetuto ironicamente la ormai famosa frase di Gianfranco Fini: “Che fai, mi cacci ?”.
A questo punto non si sa proprio come andrà a finire, ma è fuori dubbio che qualcuno dovrà “perdere la faccia” e secondo alcune indiscrezioni trapelate, non sarà certamente il capo carismatico del centro-destra italiano a fare la vittima sacrificale.
Da una breve disamina serena e disincantata, appare evidente che “il ribelle Fitto”, nonostante la notevole messe di voti riportati (però col simbolo PDL – Presidente Berlusconi), ha, in concreto, ristretti margini di manovra.
Potrebbe aggregarsi al NCD di Alfano, ma troverebbe un movimento in fibrillazione che non sembra destinato ad espandersi, specie se si andasse presto alle urne; oppure creare un nuovo “cespuglio” di centro-destra disponibile al migliore offerente.
Va pure dato atto a Renzi di aver messo “il turbo” nel dibattito per l’approvazione di alcune riforme costituzionali, ma gli va riconosciuto anche il merito di essere riuscito a mescolare il “diavolo” con “l’acqua santa”, ossia, allineare i deputati di Vendola (SEL), con quelli di Berlusconi.
Evidentemente non sembra che tutto fili liscio come previsto all’atto della separazione dall’ex cavaliere.