La verità vera, a parte queste esternazioni politiche, è che il pianeta sicurezza italiano lascia realmente a desiderare per l’aspetto prevenzione, la cosiddetta pubblica sicurezza svolta con il controllo del territorio; infatti, assistiamo ad una crescente paura della gente sia nelle grandi, medie e piccole città, come nelle realtà decentrate e rurali, per l’assenza di “Divise” rassicuranti. Certo, il Pianeta Sicurezza va rivisitato subito senza se e senza ma, in modo ampio e definitivo, anche scontentando gruppi di interesse elettorale…che sono tanti…Non poche Stazioni di Carabinieri, infatti, andrebbero accorpate per assicurare una proiezione esterna assidua per 24 ore, abolendo quelle minimali (non è certo la scritta luminosa accesa nottetempo a dare sicurezza alla gente!); occorrebbe, subito, accorpare le Centrali Operative distaccate in un’unica provinciale, in attesa della non si sa perchè contrastata Centrale Operativa unica interforze collocata in Prefettura. La prevenzione, ribadiamo, deve essere considerata compito primario delle Forze di polizia, da esercitare attraverso una presenza visibile, costante e massiva, supportata anche da un continuo, attento e costante esame sull’adeguatezza della dislocazione delle forze sul territorio.
Il “Poliziotto-Carabiniere di quartiere”, come abbiamo già scritto, si è rivelato di moderata valenza, non certo risolutiva; quel che serve è un nuovo servizio integrativo del dispositivo per il controllo del territorio, volto ad effettuare anche un monitoraggio approfondito dell’ambiente che si affianchi al “controllo fisico” sviluppato dagli altri moduli operativi già in atto, nelle grandi Città come nei piccoli centri urbani e rurali.
Affermato ciò, non vorremmo che i ritardi nell’adeguare il dispositivi di prevenzione portino all’ affidamento della sicurezza ad agenzie private……con la prospettiva di sottrarre risorse alle Polizie a competenza generale a vantaggio di…..agenzie di privati.
Ora, torniamo in argomento, su richiesta di alcuni lettori, concentrandoci sulle periferie urbane che, non esageriamo, stanno per esplodere a causa del fenomeno dell’immigrazione imponente e incontrollata che, con l’arrivo di moltitudini di persone, pone il problema di una nuova realtà multietnica difficile da metabolizzare e integrare.
Come abbiamo già scritto, una volta che le periferie esploderanno, com’è possibile, non basteranno i Reparti Celere della Polizia né i Battaglioni dei Carabinieri in tenuta antisommossa a risolvere i problemi dell’integrazione e del controllo di legalità. La situazione è molto complessa. Pensare che nel quartiere di Torpignattara, in Roma, secondo uno studio, “…dal 2007 gli immigrati sono aumentati dell’81%, tanto che in alcune strade si vedono quasi soltanto bengalesi con negozi alimentari e internet point e cinesi con ristoranti e laboratori; meno visibili i romeni, impegnati nei cantieri. La tensione è (ritenuta) ‘pesante'”.
La palla, quindi, passa alla politica, ieri della dimenticanza ed oggi dei ‘Proclami’, che invece di usare la forbice anche sul tema sicurezza, pensi invece ad allargare i cordoni della borsa, anche e soprattutto perché i cittadini elettori le chiederanno, presto, conto e risposte…..