Per farsi un’idea di come potrà andare a finire lo scontro tra i due schieramenti di centro-destra e di centro-sinistra, (accantoniamo, per ora, il problema delle liste civiche), è sufficiente fare un salto a ritroso e ritornare ai tempi dell’antica Grecia.
All’epoca, infatti, dopo la guerra del peloponneso, qualche buontempone sentenziò: “se Atene piange, Sparta non ride”
Ebbene, chiunque vinca, si troverà sicuramente in questo stato di cose perché le premesse ci sono tutte.
Nel partito del Presidente del Consiglio non accenna ad allentarsi la tensione tra la maggioranza e l’opposizione Dem, ringalluzzita dalla discesa in campo dei big rottamati che sicuramente hanno ancora un seguito importante tra l’elettorato della sinistra.
In più, l’arcinota attitudine dialettica di Renzi spesso deborda esasperando gli animi anche dei propri “compagni avversari”.
Singolare, ad esempio, l’uscita, quantomeno inopportuna, fatta qualche giorno fa nella scuola di formazione politica del partito, quando, rivolgendosi agli oppositori, ha testualmente detto con piglio di sfida: ”oggi qui parliamo di cose serie, con voi i conti li faremo in direzione”, suscitando molta irritazione e diffusi mal di pancia
In più, nella stessa occasione, è stata riesumata la vecchia polemica sulla nascita e morte dell’ulivo di “prodiana” memoria, con un accanito palleggiamento delle responsabilità che ormai dovrebbero appartenere al passato.
A Napoli la situazione è sempre più difficile e complicata, specie dopo il respingimento del 3° ricorso presentato da Bassolino, il quale sembra stia veramente accarezzando l’ipotesi di presentarsi a capo di una propria lista con conseguenze molto serie per la conquista del comune partenopeo.
Sull’altra sponda ci sono più ombre che luci, perché nessuno vuole “perdere la faccia” pur essendo consapevoli che, così facendo, la conquista del Campidoglio si allontana sempre di più.
Salvini non sorprende più di tanto perché il suo vero obiettivo è quello di diventare il leader del centro-destra, per cui un candidato dovrebbe valere l’altro.
Altre valutazioni vanno, invece, fatte, per la responsabile dei Fratelli d’Italia, perfettamente consapevole, (si spera), che senza il sostegno di quanto resta di Forza Italia, ancora fedele a Berluscoini, non si arriva al ballottaggio, né, tanto meno, alla conquista del Campidoglio.
Ed allora bisogna prenderne atto, con un certa amarezza, che il futuro del prossimo quinquennio di Roma-Capitale è nelle mani di quella ch’è stata ribattezzata “La mamma d’Italia”, al secolo, Giorgia Meloni.