Perchè non candidare i coraggiosi Ufficiali dei CC del Ruolo Speciale?
“UFFICIALI DEI CARABINIERI OPERANTI IN AMBITI DIFFICILI E PERICOLOSI, PERO’ PENALIZZATI NELLA CARRIERA”, questo il titolo del nostro articolo del 28 giugno scorso con cui segnalavamo che c’era tensione nei piani alti dell’Arma dei Carabinieri per le sacrosante, giuste e motivate istanze degli Ufficiali del Ruolo Speciale (cioè non provenienti dall’Accademia Militare di Modena); istanze, le loro, avanzate in varie sedi per le differenze nell’avanzamento di grado rispetto ai colleghi del ruolo normale, quindi nel trattamento economico, ma svolgenti tutti, Ruolo Speciale e Ruolo Normale, stesso lavoro con identiche responsabilità, correndo gli stessi rischi, molto spesso di più per gli appartenenti al primo ruolo, proprio perché maggiormente impiegati sul fronte della lotta alle mafie e nelle missioni all’estero.
Ora, poiché “more italico” nulla è stato fatto, moltissimi di questi Ufficiali hanno rotto gli indugi e stanno sottoscrivendo addirittura un APPELLO AL CAPO DELLO STATO, con forti motivazioni alla loro adesione. Va detto che quando in 350 hanno ricorso al TAR del Lazio, i “lietopensanti” di apparato, cioè i “burosauri”, hanno considerato che erano, sì, in tanti, ma erano una minoranza nel gran quadro del mondo degli Ufficiali; la verità, come giustamente sostengono i promotori dell’importante iniziativa, è che “”la “Casta” non vuole il cambiamento e vuole far credere che tutto è inutile, che non c’è speranza di modificare le cose, che i ricorrenti sono deboli, che nessuno li ascolta. Invece no, la ragione e la storia sono dalla loro parte ed il loro destino è ineludibile. Questi sono gli Ufficiali del Ruolo Speciale (testa dura e ostinati), indispettiti, inviperiti, indignati, inc…ti””, si legge in un loro documento, mentre “”si sono chiesti: ma quanto costa questo riallineamento con il ruolo normale o con i pari grado del ruolo speciale della Guardia di Finanza?””. Tutta questa gran bagarre sarebbe risolvibile “”con 2 milioni di euro, facendo fede alle stime, una cifra apparentemente ridicola (in tempo di crisi rappresentano comunque una discreta cifra), ma sentirsi dire che non ci sono soldi li ha fatti arrabbiare ancora di più, Qui si parla di discriminazione e d’incostituzionalità e sono temi che dovrebbero avere priorità. Certo, non ci sono soldi, ma si spendono 20 miliardi (non 2 milioni) di euro in 5 anni per armamenti di dubbia necessità e di sicura convenienza ai soliti (noti); si spendono 1700 milioni di euro per le missioni all’estero; tanti altri si spendono per le feste dell’Arma, svolte ogni anno fino a livelli minori, per il Carosello Equestre, il giubileo della Regina d’Inghilterra, per il bicentenario, per tante cose belle, prestigiose””. Ma l’Italia, lo sappiamo bene, per quanto riguarda il bistrattato pianeta Sicurezza-Difesa si distingue per incapacità e disinteresse di vecchia data e questo grazie a politici che hanno avuto nelle passate legislature ben altro cui dedicarsi. Pensare, una per tutte, che recentemente il Corpo Militare della CRI è stato disciolto! Questo perchè la Croce Rossa Italiana, da ente di diritto pubblico, si trasformerà gradualmente in associazione privata di interesse pubblico non più finanziata dallo Stato ma dalle sue attività (vds articolo del 17 ottobre su “L’Attualità.it”). La riforma sarà attuata entro il 2017, secondo il Decreto Legislativo del Consiglio dei Ministri. Evento “storico”, si dice, per un Ente che ha come scopo l’assistenza sanitaria e sociale in pace e in guerra, sottoposta alla vigilanza di ben tre Ministeri, quelli della Salute, dell’ Economia e della Difesa. Il testo, presentato dal Ministro della Salute Balduzzi, ha tenuto conto dei pareri di Camera e Senato. Fin qui tutto bene, se si tratta, come sbandierato sobriamente, di razionalizzare e adeguare lo strumento a criteri generali di efficienza di stampo europeo. Ma tutto questo cos’ha a che vedere con l’abolizione della parte nobile della CRI qual è appunto il Corpo Militare? Per avere un’idea di cos’è stato e cosa ha fatto in passato il Corpo Militare della CRI, assistiamo idealmente ad un bel lungometraggio che ci fa sapere che è stato impiegato si dai tempi del terremoto di Ischia nel 1883, nei terremoti Calabro – Siculi del 1905 – 1908, nell’incendio di Smirne, nella tremenda carestia di Russia del 1922, sino ai soccorsi in Albania nel 1924 – 1930 e, in tempi più recenti e recentissimi, in tantissime altre calamità interne ed esterne all’Italia. Con legge 25.06.1985 n. 342, per le sue eccezionali benemerenze, fu concessa al Corpo Militare della C.R.I., ausiliario delle FF.AA dello Stato, la Bandiera di Guerra. Bene, tutto questo patrimonio di nobilissime tradizioni militari e di elevatissima professionalità lo si vuole azzerare in nome di cosa? Qualcuno lo spieghi! Forse il problema è la gestione del ricco patrimonio? Ma nessuno parla. Ma che si smetta, in Italia, di mettere la testa sotto la sabbia e far finta di niente, soprattutto in materie così delicate. Dopo lo scioglimento del benemerito Corpo Militare della CRI qualcuno pensa di abolire anche l’Arma dei Carabinieri? Sappiamo bene che ci sono da tempo progetti di unificazione studiati dal Ministro leghista Maroni, ma rimandati alla valutazione del Parlamento che nascerà dalle prossime elezioni, come sostenuto autorevolmente dal Ministro dell’Interno Cancellieri. Intanto, presto si voterà e i Partiti si sono limitati a candidare qualche big di alta valenza emblematica e di facciata per attirare voti, come Generali, Prefetti o Magistrati. Pensiamo invece cosa avverrebbe in Parlamento se la Politica invece di “nominare” con la “Legge Porcata” gente qualsiasi e inconsistente avesse candidato gli Ufficiali dei CC. sottoscrittori dell’appello al Presidente della Repubblica!; sai le scintille!! Sì, proprio Loro, gli Ufficiali coraggiosi dell’Arma del Ruolo Speciale potrebbero per formazione derivante da lungo e sofferto percorso avere il coraggio di urlare nelle Aule del Parlamento e delle Commissioni Parlamentari le loro richieste nell’interesse delle categorie e dell’elettore rappresentato; solo questa gran tempra di Persone, come scritto su altro articolo, potrebbe avere “gli attributi”giusti per sapere dire di NO invece del comodo SI alle direttive dei Capipartito, anche a costo di dimettersi dal mandato parlamentare.
Allora, concludendo, replichiamo la domanda su come si comporteranno con il voto i rappresentanti del Polo Sicurezza-Difesa.
Si metteranno sobriamente a fare il battimani ai nominati telecomandati che di questi problemi nulla sanno? Oppure attenderanno fiduciosi che accada l’irreparabile?
Ne vedremo di cose!