Perché non si parla della Superpolizia Europea?

Nel marzo 2010, con articolo della brava giornalista d’inchiesta Solange Manfredi dal titolo: “L’EUROCRAZIA SI PRENDE L’ARMA. PER OPERAZIONI SPECIALI“, i più venivano informati dell’istituzione di Eurogendfor e che, adombrando l’unificazione Carabinieri-Polizia di Stato, scriveva: “… se abbiamo capito qualcosa dell’ambiguo e silenzioso progetto, il nostro Maresciallo (dei Carabinieri) preoccupato (del suo futuro) non sarà più Maresciallo ma Ispettore; l’Appuntato diverrà Assistente, un Brigadiere Capo sarà Sovrintendente, insomma (i Carabinieri) saranno trasformati in Agenti di Polizia civili, senza stellette. Dipendenti degli Interni e non della Difesa.

I Paesi che non aboliranno la loro Polizia ad ordinamento militare andranno incontro a gravi sanzioni europee. E tutto ciò avviene nel più completo silenzio e senza la minima protesta”. Da allora, più nulla. Ora, su “IL PUNTO- ROMA del 21 febbraio, Alessandro De Pascale si sostituisce alla grande stampa nazionale scritta e on line che sull’argomento per chissà quale motivo continua a nulla scrivere e così, bontà sua, ci spiega cos’è la Gendarmeria Europea. Abbreviata in Eurogendfor (European Gendarmerie Force), apprendiamo che è un organismo sovranazionale che fa capo ad un Comitato Interministeriale che da quest’anno si sovrapporrà di fatto alle Polizie a competenza generale dello Stato (Polizia e Carabinieri). Cerchiamo di capire. In virtù della Legge n.84 del 14 maggio 2010 e votata all’unanimità dal Parlamento italiano, è stata costituita ufficialmente la Eurogendfor. L’accordo, in base al Trattato di Velsen, è stato reso esecutivo dai Paesi che sono dotati di Polizie Militari: Francia (Gendarmerie), Spagna (Guardia Civil), Portogallo (Guardia Nacional), Olanda (Marechaussée) e, per l’Italia, i Carabinieri, mentre sono attese le adesioni di Romania e Lituania. Insomma, una SUPERPOLIZIA MILITARE che dovrebbe, stando all’articolo 4 del Trattato:

a) condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico;

b) monitorare, svolgere consulenza, guidare e supervisionare le Forze di Polizia degli Stati nello svolgimento delle loro ordinarie mansioni, ivi comprese l’attività di indagine penale;

c) assolvere a compiti di sorveglianza pubblica, gestione del traffico, controllo delle frontiere e attività generale d’intelligence;

d) svolgere attività investigativa in campo penale, individuare i reati, rintracciare i colpevoli e tradurli davanti alle Autorità Giudiziarie competenti;

Sono molto stringenti, tra l’altro,  le norme che prevedono la inviolabilità dei locali, degli edifici e degli archivi; inoltre, vi sono garanzie riservate al personale che permetteranno a questa SUPERPOLIZIA e ai suoi appartenenti di essere immuni da qualsiasi provvedimento giudiziario con l’impossibilità di intercettazione da parte della Magistratura. Ma non sono finite le sorprese, perché apprendiamo che con il Trattato di Lisbona, entrato in vigore a dicembre 2009, è previsto il rafforzamento di EUROJUST, la Procura Europea con sede all’Aja con Giudici dei 27 Stati membri, competente a perseguire e rinviare a giudizio gli autori di reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione e loro complici. Risulta anche attivo,  secondo l’articolista Alessandro De Pascale, un servizio di Intelligence europeo che con il nuovo Trattato (di Lisbona) gli è consentito “il coordinamento, l’organizzazione e lo svolgimento di indagini e di azioni operative…”.Insomma, si tratterebbe di un’ altra Polizia Europea, questa volta civile? E’ indubbio che abbiamo di fronte un quadro non chiaro sia al grande pubblico sia agli stessi operatori del Comparto Sicurezza-Difesa italiano. Perché? Non si ha diritto di sapere quel che succede o succederà a breve nel delicatissimo settore in questione? A prima vista sembrerebbero provvedimenti votati dal Parlamento ovvero ratificati dai Governi senza neanche conoscerne il contenuto, proprio perché senza tema di smentite deprivano gli Stati di gran spazio della propria sovranità nazionale. Possibile? Probabilmente non sarà così; ma perché tanto mistero? Cosa si nasconde? Forse, proprio per questo, in Parlamento, si vogliono i famosi nominati telecomandati, ossequiosi alle gerarchie di provenienza e ai capipartito, che intendono il mandato elettorale non come indefesso lavoro nelle Commissioni e nelle Aule, bensì solo come motivo di “pompa e pompeggiamento”, sempre gratificati dagli ossequi, dai battimano ovvero dalle pacche di chi li blandisce, oltre che dall’ammirazione dei “lietopensanti”, vera rovina del Paese! l’Italia, lo sperano tutti gli onesti, è ormai chiamata a cambiare con le prossime elezioni politiche, proprio perché questo è il momento di decidere anche che cosa la Nazione vuol fare in tema di politica della sicurezza e di difesa. Ci rivolgiamo, quindi, da questo giornale, che si ispira ai valori del grande pensatore GAETANO SALVEMINI, Maestro di pensiero democratico e grande Italiano, proprio ai candidati al prossimo Parlamento e al futuro Governo della Repubblica che gli elettori sceglieranno per chiedere loro di ascoltare finalmente, cosa senza precedenti, la voce di questa parte essenziale della società e delle Istituzioni, in quanto le scelte cui saranno chiamati non potranno certamente prescindere dal coinvolgimento diretto e non interposto di chi quotidianamente in uniforme serve il Paese ed i Cittadini. Ma, dobbiamo dirlo ad alta voce, che siamo molto ma molto delusi perché abbiamo notato che la politica di difesa e sicurezza, come le condizioni di vita e di lavoro dei  fedeli Servitori dello Stato che lo compongono, non hanno avuto il giusto risalto nei programmi e nelle proposte di molti dei Partiti presenti alle prossime elezioni. Aspettando, quindi, vigili come mai, per valutare quel che succederà, per intanto invitiamo a leggere o rileggere un altro articolo pubblicato su questa testata (“L’ATTUALITA’.it“) del 20 Luglio 2012 dal titolo: “Giù le mani dall’Arma dei Carabinieri!”

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