Roma, 19 gennaio 2018 – Alla disperata ricerca di consensi ed applausi, come risulta su Wikipedia, Eugenio Ghiozzi, nato a Fidenza, 1º marzo 1955, in arte Gene Gnocchi, nel corso del programma televisivo ‘DiMartedì’ in prima serata su La7, parlando del maialino che frugava fra i rifiuti di Roma, ha affermato “E’ un maiale femmina. Si chiama Claretta Petacci”, l’amante di Benito Mussolini massacrata e uccisa dai partigiani.
Il conduttore, Giovanni Floris, anzichè dissociarsi come vorrebbe l’etica professionale, ha sogghignato commentando “Un nome familiare”, dando così il via alle “risate e applausi” da parte del pubblico presente nello studio, pagato e quindi costretto ad obbedire. Ma chi sa in quanti lo hanno fatto con convinzione….
Il comportamento di Floris, ha avuto come prima reazione, la presentazione di un esposto all’Ordine dei Giornalisti, il cui esito sarà certamente facilmente prevedibile.
Claretta Petacci, il cui ‘nome è familiare’, venne uccisa , il 28 aprile 1945 insieme a Mussolini. La storia, scritta dal vincitore, dice mediante fucilazione a Mezzegra, sul lago di Como, il 28 aprile 1945.
Secondo un articolo a firma di Roberto Festorazzi, pubblicato su “Libero” del 22/9/2012, in cui parla delle confidenze del professor Caio Mario Cattabeni, deceduto nel 1974, il medico legale che effettuò l’autopsia sul corpo del Duce, dopo lo scempio avvenuto a Piazzale Loreto. Terminata l’autopsia del Duce (non ne parliamo ma chi vuole, può andare a leggere il referto ndr), iniziarono a compiere quella sulla Petacci. Il corpo di Claretta, priva delle mutandine, presentava varie ecchimosi sul ventre e segni di graffiature sulle cosce, nella parte interna ma anche nella parte posteriore. Il corpo della Petacci era adagiato dentro un specie di cassa grezza e venne adagiato su un telo. Sollevando quel telo, per deporre il cadavere sul tavolo settorio, dalla vagina di Claretta, fuoruscì un liquido sieroso misto a sangue e anche dell’altro liquido che a lui parve liquido seminale. Quando deposero il corpo sul tavolo, l’abbondante fuoruscita di liquido non s’interruppe. Secondo il racconto, Cattabeni ricevette l’ordine tassativo di soprassedere all’autopsia. Si temeva che, dall’indagine necroscopica potesse sortire la verità sulla tragica morte di Claretta, quindi venne sospeso l’esame del corpo.
Per l’esecuzione senza processo e le violenze subite dai Due, era inutile indagare…
Il “comico” (l’alimento gnocchi verrà bandito dalla mia tavola per non essere costretto a correre al bagno), non risulta essere iscritto all’Ordine dei Giornalisti, dichiara “Rivendico il diritto di fare satira. Mi dispiace se qualcuno si è sentito toccato, però non mi sento in colpa. La cosa era talmente lieve, talmente minima…” ed assumendo il ruolo di “vittima” dice di essere stato minacciato.
Un sistema come un altro, per ottenere lo status symbol della scorta pagata dagli italiani.
Il suo comportamento si commenta da solo!
In compenso, abbiamo scoperto che per la sinistra italiana, solo le donne di sinistra vanno tutelate. Il resto, è carne “di porco”, anche al maschile va bene, senza alcuna rivendicazione! Ci auguriamo che gli elettori capiscano la “loro democrazia”!
Nel caso in esame, ovviamente non si “forza” l’interpretazione di “vilipendio di cadavere”, giocando sul fatto che, dopo 73 anni, difficilmente si troveranno eredi che possano esercitare il diritto di querela cui all’articolo 597 Codice penale in relazione all’art.595 C.P. ove recita “se si tratta di offesa alla memoria di un defunto, possono proporre querela i prossimi congiunti”, diritto confermato dalla Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 3 maggio 2017, n. 21209 ove stabilisce che nell’ipotesi di offesa alla memoria del defunto, i soggetti elencati nell’ultimo capoverso dell’art. 597c.p. vantano “iure proprio” il diritto di presentare la querela, poiché essi stessi – e non il de cuius – si qualificano come i soggetti passivi dell’offesa, in quanto titolari dell’interesse a difendere la memoria del loro congiunto”.
Tradotto, la Petacci viene violentata e uccisa per la quinta volta (assassinata senza processo, autopsia non eseguita, indagini non completate, vilipesa, mancanza di querela a tutela del suo onore)!
Ma amava il Duce quindi può essere schernita, senza che alcuno starnazzo si levi in sua difesa…
Che vergogna…..