Diciamo subito, per chiarezza dei lettori non addetti ai lavori, che la responsabilità dell’ordine pubblico non è del Sindaco, peraltro da più parti attaccato per gli incidenti in questione, ma del Ministero dell’Interno, nel cui ambito il Prefetto è il responsabile politico mentre il Questore quello tecnico che predispone le misure con ordinanza “ad hoc”. Via, diciamola tutta…le cose non sono andate bene, non certo per colpa dei Reparti Celeri della Polizia e Mobili dei Carabinieri impiegati che mai procedono in via autonoma….ma su ordini superiori. Quindi, mentre si discetta del più e del meno sul tema disordini nella Capitale, sui blog dei Comparti Sicurezza-Difesa si legge, in queste ore, una bozza di riordino che rivoluzionerà il Comparto. Si prospettano nuovi scenari istituzionali ipotizzando smembramenti, accorpamenti e fusioni varie. Anche in questo contesto italiano così fondamentale e delicato, domina “lo strano”. Infatti, uno Stato democratico dovrebbe per tempo e in modo chiaro iniziare una profonda riflessione densa di contenuti, non solo caratterizzata dalla principale linea guida che sia necessario ridurre i costi.
Riportiamo quello che scrive molto opportunamente “L’Associazione Finanzieri Cittadini e Solidarietà – FICIESSE”, che chiede chiarezza al Governo per quanto riguarda le reali intenzioni sui progetti di riforma del comparto sicurezza. “Infatti, negli ultimi mesi, si sono rincorse continuamente voci contraddittorie e confuse sul futuro del comparto sicurezza e della Guardia di finanza in particolare. Prima si è parlato di una generica riduzione delle attuali cinque Forze di Polizia nazionali, poi di accorpamenti della Penitenziaria e della Forestale nella Polizia di Stato e, addirittura, della Guardia di finanza nei Carabinieri. E’ di queste ore l’ennesima indiscrezione che parla di uno smembramento delle Fiamme Gialle tra Polizia di Stato e Agenzia delle Entrate. L’associazione FICIESSE chiede da molto tempo che si ponga mano all’organizzazione delle Forze di polizia in un ottica di efficienza, eliminando sovrapposizioni e sprechi. Sono state fatte, assieme alla CGIL ed ai Sindacati di Polizia delle chiare proposte che vanno in questa direzione. Non ci spaventa quindi il confronto ed il dibattito su questi temi, se utili a superare un immobilismo decennale che ha creato disfunzioni non più ignorabili. Chiediamo però che si metta fine alla ridda di indiscrezioni che non fanno altro che creare maggiore confusione in un settore tanto delicato. Per questo, ancora una volta, chiediamo che il Governo si assuma chiaramente la responsabilità di aprire una discussione pubblica con coloro che si occupano di questo settore..”.
Così, mentre si parla e si parla si parla e si sparla sul delicato tema del futuro della sicurezza italiana, apprendiamo dell’ aumento record dei furti in abitazione, che sono più che raddoppiati negli ultimi dieci anni (+127%). Lo segnala il Censis che rileva come in Italia viene svaligiata una casa ogni due minuti (ben 689 al giorno, cioè 29 ogni ora: appunto, uno ogni due minuti).
Da anni, poi, assistiamo anche ad un aumento di gravissimi reati che provoca paura e allarme. Eppure, di fronte a un simile quadro, gli Italiani hanno rinunciato a far sentire la propria voce, quasi fossero rassegnati. Perché..? Il problema di fondo sta nel fatto che siamo invasi da delinquenti perchè per modestia e mediocrità di strategie, per fronteggiare l’ annoso sovraffollamento delle carceri non si è ritenuto di adeguare quelle esistenti o di costruirne di nuove; né si è pensato di stipulare convenzioni perché gli stranieri condannati potessero scontare la pena nei paesi di provenienza. La soluzione è sempre di altro tipo, cioè depenalizzazioni e sconti. Così, arrivando agli ultimi provvedimenti “svuota carceri”, dalla certezza della pena si è gradualmente passati alla certezza dell’impunità.
A queste riflessioni è ora oltremodo necessario aggiungere quanto consegue dalla gravissima situazione internazionale a causa del terrorismo globale che non permette nel modo più assoluto incertezze e incompetenze da parte dell’Autorità politica nella gestione dell’ Intelligence e delle Forze di Polizia.
Concludendo, a parte nuovi modelli apocalittici che snaturerebbero il vero concetto di sicurezza italiano, ribadiamo che ciò che invece andrebbe subito adottato, a costo zero, è solo una centrale unica di spesa per le varie Polizie, con un sistema che abolisca modelli di dirigenza di vertice antiquati e ridondanti; organici abnormi decisi in tempi in cui l’informatizzazione era lontana a venire, soprattutto nei settori amministrativi e burocratici; strutture arcaiche e pesanti con addirittura sei livelli gerarchici di comando; un comparto che, per quanto riguarda la dislocazione dei presidi di Polizia/Carabinieri sul territorio, fa riferimento agli anni ’60, soprattutto nelle grandi città.
Quello che non si può accettare è che la Politica, che da decenni non ha tenuto nella giusta considerazione i problemi della Sicurezza, decida di metterci mano solo in nome del risparmio di risorse, facendolo in modo nascosto e probabilmente pericoloso e inopportuno!
Per chi interessato: “L’eutanasia del Corpo Forestale dello Stato e della Polizia Penitenziaria?” del 14 Giugno 2014; “Troppe divise o troppo divise?” del 10 Gennaio 2015.