Politica

Politica e mode

meloni giorgiaRoma, 17 marzo – Le contraddizioni di quest’epoca non sono finite e sono ben lontane dal diventarlo. In un’epoca in cui gli omosessuali, oltre al diritto di essere riconosciuti legalmente, e questo è giusto, (una volta, tanti anni fa, avrebbero nascosto la loro natura, come le ragazze ritrose e pudiche, nascondevano sulla spiaggia il periodo delle mestruazioni), rivendicano anche il diritto, di poter essere chiamati “mamma” o “papà”, da un figlio adottivo, la Meloni che  sta per diventare mamma, in piena campagna elettorale per l’elezione a sindaco della Capitale, esprime l‘aspirazione di poter concorrere, anche nella sua condizione, al ruolo pubblico.

Le obiezioni non hanno mancato di farsi sentire e si sono mescolate di tutte le specie.

Ed era scontato che, nel merito, si pronunciasse anche Bertolaso, che è medico, ed è ovvio che la faccenda sfociasse nel concetto “femminismo”, “maschilismo”, e non ha mancato di dire la sua anche Berlusconi, ma, questi, non a titolo di opinione  personale, ma con calcoli pratici alla mano.

Il ruolo di sindaco, per giunta di una città come Roma, piena di difficoltà e di problemi, come Napoli lo è di contraddizioni, è un ruolo impegnativo che richiede una disponibilità e una dedizione di tempo e di spirito di almeno quattordici, quindici ore al giorno; può una donna, che adesso sta nella gestazione, e presto starà nella maternità, togliere tale intervallo di tempo ai suoi doveri naturali  per adempiere a quelli pubblici, o toglierlo a quelli pubblici per adempiere a quelli naturali?

La risposta della Meloni non si è fatta aspettare. È disponibilissima a conciliare i suoi doveri di mamma con quelli del ruolo pubblico o viceversa.

Su questa posizione è bene fare una puntualizzazione; che lei sia disponibilissima, dati i tempi che corrono, non ci piove, ma il problema è se ne avrà la possibilità. Obiettare o contrastare una decisione del genere, inutile dirlo, non è più politica ma semplicemente fare del maschilismo o del femminismo e la politica, sia quella parlamentare, sia quella amministrativa, sono tutt’altra cosa. In questo modo, perciò, non si fa più politica, ma si incrementa la confusione che è la “mossa strategica”, alla quale i “contendenti” non si accorgono di dare vita, per complicare le situazioni e non risolvere i problemi, perché, è storia dell’Italia di ogni epoca, e specialmente della nostra, che nella confusione ci “sguazzano” bene poteri occulti e partiti politici a tutto danno del popolo e degli elettori.

Considerando che la Meloni, abbia rivendicato un diritto giuridicamente giusto, come ritiene di poter “conciliare” il suo ruolo di madre con il suo futuro ruolo politico, che non sarà quello dell’architetto che apre il suo studio e poi lo chiude, e nemmeno quello della impiegata comunale che, quando scocca l’ora, o chiude lo sportello, o lascia il suo tavolo (lasciando la penna a mezz’aria), e tornano a casa?

Quello del Sindaco, in caso di elezione, non sarà un ruolo del tipo di quelli menzionati, risolvibili e, anche quelli, senza risultati eccezionali con la classica “tata” che li sostituisce durante le ore della loro assenza, ma molto diverso e molto, molto più impegnativo e di questo, non c’è maschilismo o femminismo che tenga; bisogna tenerne conto perché, la soluzione del problema non è facile come appare ad uno sguardo sommario.

Come finiranno l’iniziativa e la decisione della Meloni, che ha già confermato la sua partecipazione alla “corsa al Campidoglio”?…la Le Pen ha già coniato una definizione che ha le caratteristiche per diventare uno “slogan” della prossima competizione elettorale; un Sindaco “con il pancione”.

Ora mettiamo da parte definizioni varie che hanno più il sapore dei pettegolezzi, oggi nobilitati dalla parola “gossip”, e riflettiamo piuttosto sui “fenomeni”. Qualcuno già intravede, dopo la battuta maschilistica di Bertolaso sulla Meloni, che ha dato origine alla polemica, una sorta di “manovra” per “far fuori” di nuovo Berlusconi.

Nella politica niente è sicuro e tutto è certo per cui atteniamoci ai fatti e aspettiamo l’evoluzione della situazione, nella consapevolezza però, che in un paese come l’Italia, con un popolo come l’italiano, questi fenomeni possono trasformarsi in “mode” per raccogliere il consenso dell’elettorato nella dimensione brillante, in quella stravagante o in quella del pettegolezzo che attecchisce anche di più di tutte.

Fanno storia i fenomeni del tutto italiani, di quando un partito, in piena crisi ideologica, pensò di “movimentare” il consenso del suo elettorato che stava scemando sempre di più, cambiando il suo nome; interessati dallo stesso fenomeno, tutti i partiti lo seguirono e cambiarono il loro nome tradizionale, che aveva un significato, definiva un’origine e una ideologia ben precisa, con altri nomi che, con quei canoni, non avevano niente a che fare e moltiplicarono nel popolo confusione.

Venne, poi, l’idea di imporre un partito, non all’opinione pubblica, ma all’attenzione pubblica, con il nome di un personaggio famoso, e i partiti si riempirono di personaggi dello spettacolo, del cinema, del teatro, della scienza, dello sport e della cultura, che di politica, non ci capivano nulla ma che facevano moda, curiosità e concentravano il consenso.

Oggi, l’iniziativa della Meloni, di presentarsi alla campagna elettorale “con il pancione”, ha le credenziali per creare curiosità, monopolizzare l’attenzione e….creare una moda e non mancherà occasione o tempo che quello che oggi è un caso, (non sappiamo quanto casuale), si trasformi in un domani non lontano in una corrente fenomenica ben precisa che prevederà per tutte le candidate donne nella corsa al potere lo stato della gravidanza come una nota o situazione di merito.

La storia ci dice che Lincoln, in una forma o nell’altra, non è mai morto, anzi è sempre presente …sempre presente.

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