In questa dimensione il dramma e la tragedia diventano un fotoromanzo…una telenovela…ma la realtà nostra è questa e, se non si può incidere profondamente nella cultura, è immutabile, non può essere trasformata.
Cosa vogliamo dire con questo? Due cose. Primo, al momento, dietro questo quadro di immagini dalle pretese rassicuranti, che cosa c’è, qual’è il vero aspetto di tanta fatalistica serenità nel dolore? Secondo, i fotoromanzi e le telenovelas hanno termine e danno luogo alle realtà.
Cominciamo dal principio.
Non è il primo disastro naturale che avviene nel nostro paese e non sarà l’ultimo (perché se fosse l’ultimo, significherebbe che la Terra si sarebbe fermata nell’universo). In precedenti eventi abbiamo avuto modo di vedere che fuori dal raggio di azione degli obiettivi esisteva una realtà molto diversa, cruda e spietata. I bambini non giocavano a palla e le persone colpite dal sisma non sedevano tranquille, come in una sagra paesana, in una immensa sala da pranzo, a consumare i pasti cucinati, ma, all’arrivo di Pertini, l’obiettivo colse un momento di difficoltà al quale l’allora Presidente della Repubblica rispose esplicitamente “…passi!…passi!…” e nell’apparente tranquillità, precostituita, ovviamente, si fece strada, nel servizio d’ordine, uno dei terremotati. A voce forte e decisa, che fu captata anche dai microfoni dei cronisti, lontani alcuni metri, disse molto crudamente al presidente “…chiacchiere non ne vogliamo!…”. È un “dietro le quinte” che in eventi di questo genere, si accompagna ai disastri, ai drammi, alle tragedie e che è indice dell’esistenza di una realtà molto diversa da quella che mostrano gli obiettivi; quali sono quelli attuali?
Secondo; i fotoromanzi e le telenovelas, come ripetiamo, sono destinati a finire per dar luogo alla ricostruzione. Alcune avvisaglie già sono state mostrate dai TG e la storia si presenta sempre uguale; esame peritale dei danni subiti da cui necessità di abbattimento completo e ricostruzione ex novo o di ristrutturazione.
I periti incaricati di questa operazione in occasione di precedenti eventi, lo hanno denunziato a chiare lettere e la “Storia” fa esperienza e insegnamento.
Questa non è stata e non sarà una operazione serena perché, essendo due trattamenti diversi e consistendo di due indennizzi diversi, i proprietari, nel timore di perderci economicamente, di fronte ad uno stato che, non avendo i capitali, tenterà di risparmiare il risparmiabile, si metteranno in atteggiamento minaccioso, con le braccia nerborute conserte, avanti al perito affinché questi decreti per la ricostruzione ex novo e se questi non corrisponda alle aspettative, il pericolo che scoppino tumulti e aggressioni agli organi dello stato e più che attendibile.
Allo sciacallaggio, di prima, seguirà, quindi, la ricostruzione che non sarà da meno perché…eh!, perché un evento del genere non produce i “fotoromanzi”, ma, nonostante quello che mostrano gli obiettivi, abbrutisce. Il terremoto “vero” deve ancora avvenire.