L’aspetto alquanto inquietante è che dalla sinistra alla destra, passando per il centro, quasi tutti propongono le stesse ricette, ma nessuno indica chiaramente come garantirne la copertura finanziaria.
I temi ricorrenti, sostanzialmente condivisibili, sono il lavoro, la riduzione delle tasse, la sicurezza, la sanità e la disoccupazione con particolare riguardo quella giovanile di gran lunga superiore a quella della media europea.
A questo proposito va sottolineato l’aumento costante del debito pubblico ed uno dei pochi rimedi è la riduzione severa e rigorosa della spesa corrente.
Vergognoso il naufragio di quel miserevole tentativo di “tagliuzzare” le pensioni d’oro ed ancora più grave la scandalosa elargizione del famigerato vitalizio nelle sue varie sfaccettature, con a capo la reversibilità, oltre all’importo esuberante rispetto agli oneri contributivi versati.
E’ assai verosimile che “lor signori” pensino ancora che il corpo elettorale dei comuni mortali dell’anno di grazia 2018 sia simile a quello degli anni 50, quando l’analfabetismo regnava sovrano e la disponibilità di strumenti di comunicazione e di informazione era un privilegio esclusivo della classe più abbiente e ricca del Paese.
In sintesi, il leader pentastellato, Di Maio, punta. tra l’altro, sul reddito di cittadinanza, il redivivo Berlusconi al “flat-tax” (tassazione unica per famiglie ed imprese), Renzi vuole aumentare i posti di lavoro, Salvini insiste sull’abolizione della legge Fornero, oltre all’abolizione dell’IMU sui fabbricati in cui lavorano artigiani e piccole e medie imprese).
Si tratta di proposte interessanti e condivisibili, ma difficilmente verranno tutte approvate perché le risorse non ci sono.
Al riguardo uno degli aspetti negativi è la crescita costante del debito pubblico e non è certo casuale l’aumento di gas, energia elettrica, pedaggi autostradale ed altro, per cui le perplessità del cosiddetto “uomo della strada” si ingigantiscono e si finisce ineluttabilmente per disertare le urne o puntare tutto sul voto di protesta e non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Tutto ciò premesso è bene accantonare ogni forma di prosopopea surreale perché oggi non esiste più il “popolo bue” e la stragrande maggioranza degli Italiani è pienamente capace e consapevole di distinguere le proposte serie dalle bufale elettorali