Ancora un attacco politico della chiesa al Governo della Repubblica Italiana.
Al consiglio permanente dei vescovi, il cardinale Bagnasco attacca il Governo Italiano.
Prima il suo premier, pur senza farne il nome, dicendo “I comportamenti licenziosi e le relazioni improprie sono in se stessi negativi e producono un danno sociale a prescindere dalla loro notorietà. Ammorbano l’aria e appesantiscono il cammino comune”. “Mortifica dover prendere atto di comportamenti non solo contrari al pubblico decoro ma intrinsecamente tristi e vacui” quindi ”La collettività guarda con sgomento gli attori della scena pubblica e l’immagine del Paese all’esterno ne viene pericolosamente fiaccata” e “Quando le congiunture si rivelano oggettivamente gravi e sono rese ancor più complicate da dinamiche e rapporti cristallizzati e insolubili, tanto da inibire seriamente il bene generale, allora non ci sono nè vincitori nè vinti: ognuno è chiamato a comportamenti responsabili e nobili. La storia ne darà atto”.
Prima il suo premier, pur senza farne il nome, dicendo “I comportamenti licenziosi e le relazioni improprie sono in se stessi negativi e producono un danno sociale a prescindere dalla loro notorietà. Ammorbano l’aria e appesantiscono il cammino comune”. “Mortifica dover prendere atto di comportamenti non solo contrari al pubblico decoro ma intrinsecamente tristi e vacui” quindi ”La collettività guarda con sgomento gli attori della scena pubblica e l’immagine del Paese all’esterno ne viene pericolosamente fiaccata” e “Quando le congiunture si rivelano oggettivamente gravi e sono rese ancor più complicate da dinamiche e rapporti cristallizzati e insolubili, tanto da inibire seriamente il bene generale, allora non ci sono nè vincitori nè vinti: ognuno è chiamato a comportamenti responsabili e nobili. La storia ne darà atto”.
A conferma dellindirizzo del suo discorso, “Colpisce l’ingente mole di strumenti di indagine messa in campo su questi versanti, quando altri restano disattesi e indisturbati. E colpisce la dovizia delle cronache a ciò dedicate”. La responsabilità morale ha una gerarchia interna che si evidenzia da sé, a prescindere dalle strumentalizzazioni che pur non mancano”
Il presidente della Cei, passa poi alla corruzione. È sull’impegno a combattere la corruzione, piovra inesausta dai tentacoli mobilissimi che la politica oggi è chiamata a severo esame. L’improprio sfruttamento della funzione pubblica è grave per le scelte a cascata che esso determina e per i legami che possono pesare anche a distanza di tempo. Non si capisce quale legittimazione possano avere in un consorzio democratico i comitati di affari che, non previsti dall’ordinamento, si auto-impongono attraverso il reticolo clientelare, andando a intasare la vita pubblica con remunerazioni, in genere, tutt’altro che popolari”. “La questione morale non è una debolezza esclusiva di una parte soltanto e non riguarda semplicemente i singoli, ma gruppi, strutture, ordinamenti, a proposito dei quali è necessario che ciascuna istituzione rispetti rigorosamente i propri ambiti di competenza e di azione, anche nell’esercizio del reciproco controllo”.
E poi la volta della sua ricetta economica, in sostituzione di quella, per lui, da bocciare del Governo. Difficile sottrarsi all’impressione che non tutto sia stato finora messo in campo per rimuovere questo cancro sociale”. “Colpisce la riluttanza a riconoscere l’esatta serietà della situazione al di là di strumentalizzazioni e partigianerie; amareggia il metodo scombinato con cui a tratti si procede”.
Invece per quanto attiene alle critiche dei vantaggi e privilegi concessi alla chiesa, alle critiche mosse anche via web, dice Quanto alla discussione, non sempre garbata e informata, che c’è stata negli ultimi tempi circa le risorse della Chiesa, facciamo solo notare che per noi, sacerdoti e vescovi, e per la nostra sussistenza, basta in realtà poco. Così come per la gestione degli enti dipendenti dalle diocesi. Se abusi si dovessero accertare, siano perseguiti secondo giustizia, in linea con le norme vigenti. Per il resto, ci affidiamo all’intelligenza e all’onestà degli uomini”.
Un attacco a tutto campo al governo eletto dal popolo italiano ed una difesa a spada tratta dei privilegi concessigli da chi stanno criticando!
Mentre certamente si deve condannare il comportamento privato di Berlusconi, che offre cartucce a vagoni ai suoi detrattori, alle parole del Cardinale Bagnasco la sinistra esulta dimenticandosi i seppur pochi casi di procedimenti penali aperti in Puglia ed in Lombardia. Anche tutti gli altri partiti, hanno poco da cercare di scagliare la prima pietra!
Ma se politicamente è accettabile, vorremmo soffermarci alle parole del Cardinale.
Forse quando voleva dire che bisognava purificare laria, si voleva riferire a quella respirata nella sala di riunione, perché lì dentro cerano numerosi alti prelati, che ad usare le parole di Bagnasco puzzano in quanto oggetto di indagine della Magistratura, proprio per quei reati per i quali, con esibizione di verginità, ha criticato. Non mi pare che lultima vicenda dellAquila dia un esempio della purezza declamata della chiesa di cui egli parla. Lo stesso per altro grande nome in discussione per alcuni presunti reati commessi con politici italiani, si, gli stessi che ammorbano laria.
Ma forse, se le male azioni vengono commesse in concorso, sono immediatamente perdonate e purificate anche nellodore.
Ma forse, se le male azioni vengono commesse in concorso, sono immediatamente perdonate e purificate anche nellodore.
Certo, il Berlusca frequenta un giro di donne molto elevato, sembrerebbe alcune di dubbia moralità, ed è da condannare. Però, non una parola per i preti violentatori di bambini!
Riflettendoci sopra, ho capito! Forse per loro hanno applicato lart.2 della “Taxa Camarae” di papa Leone X che recita Se l’ecclesiastico, oltre al peccato di fornicazione chiedesse d’essere assolto dal peccato contro natura o di bestialità, dovrà pagare 219 libbre, 15 soldi. Ma se avesse commesso peccato contro natura con bambini o bestie e non con una donna, pagherà solamente 131 libbre, 15 soldi.
Tale taxa, era stata inventata dal papa per fare cassa, una specie dellattuale condono. Ma il cardinale dice che che per noi, sacerdoti e vescovi, e per la nostra sussistenza, basta in realtà poco. Così come per la gestione degli enti dipendenti dalle diocesi. Se è così, allora, a cosa serve accumulare lincalcolabile tesoro del Vaticano? Quante Nazioni che muoiono di fame potrebbero essere salvate con tutti quei beni?
Ma già, in questo caso il Vaticano è uno stato estero!
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