Lussemburgo,17 giugno 2022 – “In tempo di guerra, in uno scompartimento di un treno, siedono un francese, un tedesco ed un italiano….”.
Potrebbe sembrare l’inizio di una barzelletta, ma chiariamo subito che non lo è affatto e aggiungiamo che non c’è proprio niente da ridere. Anzi, tutt’altro.
Il treno però è proprio vero e su questo treno hanno ieri viaggiato per molte ore e raggiunto la capitale dell’Ucraina il Presidente della Francia, Emmanuel Mácron, il Cancelliere della Germania,Olaf Scholz ed il Presidente del Consiglio dell’Italia, Mario Draghi.
Giova ricordare che questi tre Stati rappresentano i tre principali fondatori della Comunità europea all’inizio degli anni 50 (insieme ai Paesi del Be-Ne-lux), oltre che la stessa Storia dell’Europa del dopoguerra, nonché la parte più importante dell’attuale Unione Europea dal punto di vista economico, industriale, territoriale e demografico.
Ciò premesso, facciamo un piccolo passo indietro.
Con l’invasione russa del territorio ucraino, dopo la dichiarazione di riconoscimento da parte russa delle repubbliche separatiste del Donbass, è stata guerra dal 24 febbraio fino ad oggi …e chissà fino a quando.
Gli obbiettivi russi, solo in parte dichiarati, sono stati fin qui apparentemente parzialmente conseguiti e sembrano sempre più delineati.
Riassumiamoli, per quanto sia ovviamente difficile averne certezza: russi o filorussi nel Donbass, controllo totale del Mar d’Azov e ricongiungimento territoriale alla penisola della Crimea, lasciando probabilmente all’Ucraina l’accesso al Mar Nero.
Orbene, i tre Capi di Governo europei summenzionati hanno ieri ribadito a Kiev (per quel che è dato sapere…) l’appoggio incondizionato all’attuale Governo dell’Ucraina ed alla tutela della sovranità di tale Paese.
Inoltre, hanno manifestato la disponibilità ad accogliere quanto prima l’Ucraina nell’UE .
A tal fine, per la settimana prossima prossima è già stato convocato il Consiglio dell’UE allo scopo di accettare formalmente la candidatura ucraina di adesione.
Considerando quanto precede, riteniamo che questa improvvisa svolta europea non sembri lasciare dubbi sulle reali intenzioni dell’UE, finalmente manifestate, di voler assumere l’iniziativa diplomatica per risolvere un conflitto che sta avvenendo ai suoi confini, senza dover ricorrere all’intermediazione di inaffidabili mediatori non europei (come, ad esempio, gli Stati Uniti, l’Inghilterra, la Turchia, la Cina, eccetera), tutti comunque portatori di egoistici interessi di parte più o meno palesi.
Era ora che dall’Europa, fin qui intorpidita e divisa, si manifestasse un primo chiaro segno di risveglio!
Solo prendendo coscienza della necessità di unificare politicamente e militarmente tutto l’unificabile fra i 27 Stati dell’Unione sarà possibile in futuro parlare con una sola voce autorevole negli scenari globalizzati dell’attuale e delle future costellazioni geopolitiche internazionali!
Ogni viaggio inizia sempre con un primo passo: l’auspicio per l’Europa è che ne seguano altri sempre più lunghi ed ambiziosi, qualunque forma possa essa assumere in un futuro che la sta ormai mettendo di fronte a tutte le sue responsabilità in termini di sopravvivenza e sviluppo.