Roma, 25 marzo – Con decisione unilaterale, il sindaco di Roma Ignazio Maria Marino ha applicato dal 1° gennaio 2015 ai 24.000 dipendenti capitolini il suo nuovo contratto decentrato, che aveva visto la preintesa della CGIL e della CISL. I sindacati, dopo la “rivolta” dei destinatari del provvedimento, forti dell’esclusione dal voto dei precari della scuola, avevano indetto per oggi il referendum sull’accordo.
Bene! Hanno votato circa il 60% degli aventi diritto.
Nonostante l’irritualità dell’unilateralità del contratto decentrato che li penalizzava, obbedendo al solito rituale dell’ordine di partito, 5.726 dipendenti hanno votato SI.
Ma quelli che si sono visti decurtare un terzo dello stipendio, hanno finalmente deciso di andare a votare senza obbedire, alla Garibaldi. Ebbene, il risultato è che 8.635 votanti hanno detto NO, rimandando al mittente gli accordi a tavolino di chi non soffre la crisi.
Sembrerebbe però, che qualche sindacalista abbia detto che, essendo il referendum solo consultivo, potrebbero anche non tenerne conto.
E non riportiamo, per correttezza personale anche se sarebbe obbligo professionale farlo, le varie illazioni che circolano.