Renzi, esclusa la riesumazione del “Ponte sullo Stretto”, si è dimostrato un ottimo venditore di… parole perché, in quanto a fatti?!…La sua popolarità è in caduta verticale e, come succede da settanta anni a questa parte, delle disgrazie dell’uno, ne approfitta l’altro, l’opposizione che, negli ultimi anni tutto ha fatto fuorché opporsi, per dare il cambio. Oggi, quindi, la mano passa all’ennesimo nuovo gruppo che si va formando. Siamo chiari! Fino a ieri si sono combattuti fra di loro e non hanno esitato ad approfittare della montatura giudiziaria armata contro Berlusconi e, pur assolutamente non assolvendo Renzi… ancora nel progetto c’è qualcosa che non funziona.
Per battere Renzi è necessario un “grande centro-destra”, e siamo d’accordo. È stato il primo progetto di Berlusconi. Dalla seconda stavamo andando alla terza repubblica, quella presidenziale, e sta bene anche questo.
A questo punto, al tempo! Sulla stampa di ogni ordine e grado si continua a parlare di “terza repubblica” ma, “forse” nessuno si è accorto che tutte le vicende, non casuali, intercorse dal 2011 ad oggi, ci hanno riportato gradualmente alla “PRIMA”.
Il parlamento si è ridipinto di nuovo di tanti colori, nemmeno fosse la tavolozza di un pittore, e sono insorti i vari “Angelino Alfano” a trasformare le situazioni. Il “grande” centro-destra si è rivelato subito, non un partito omogeneo, unico, coeso, ma un agglomerato di partitini in cui ognuno voleva presenziare, in cui “anche la pulce aveva la tosse”. Risultato? In men che non si fosse detto, grazie agli interessi di personalizzazione personale è collassato tutto e il resto è storia dell’Italia dei nostri giorni fino ad oggi.
A questo punto, in questo evolversi di eventi, che cosa vogliamo fare?
Salvini non si è mai “saldato” con Berlusconi e la Meloni, donna intelligente e furba, nemmeno ha rinunciato alla propria identità per il “grande” partito della destra e, all’opposizione, in questo parlamento, pur di non mettere a rischio la sua poltrona, non ha esitato, (festività di fine anno 2015), a “sostenere” la fiducia a Renzi, mediante il meccanismo dell’uscita dall’aula in segno di protesta (uscita dall’aula – abbassamento verticale dei “presenti e votanti”- “fiducia” guadagnata con “due” voti).
Anche Brunetta non è nuovo ad “imprese” del genere, “salvando la faccia” con la sua unica presenza, numericamente ininfluente, quando tutto il partito era fuori dell’aula “per protesta”.
A questo non possiamo escludere responsabilità esplicite dello stesso Berlusconi (la politica è già sporca quando è pulita; figuriamoci quando non lo è) quando aveva garantito che “non avrebbe messo le mani nelle tasche degli italiani” ed ha dato la fiducia, per interessi personali, a due governi, Monti e Letta, che lo hanno fatto, quando poteva farli cadere.
In tutto questo bailamme, si fa strada una deduzione: siccome non esiste una situazione se non vi è una causa, Renzi ritorna alla troppa personalizzazione del referendum e, contraddicendosi con quanto dichiarato in anticipo, dichiara che se anche fallisse il suo “SI”, lui non si dimetterebbe (la poltrona è poltrona!) e si scaglia contro l’opposizione. Se la situazione è arrivata a questo punto, la colpa non è sua, ma di un “gioco al rimpallo” fatto da tutte le forze politiche, non esclusa la destra. Oggi, sono contrari a questa riforma costituzionale? D’accordo! Le alternative quali sono, dove stanno? Gli anni e i decenni sono passati bocciandosi, destra e sinistra, reciprocamente, tutte le ipotesi di riforma che ciascuno proponeva e questo non significa “cercare una soluzione”, ma solo non volerla proprio fare. Il sottoscritto lo denuncia da anni e oggi, a Renzi, dopo l’intuizione del “Ponte sullo Stretto” (forse proposta per fini suoi strumentali e non per infrastrutturali ed economici), bisogna dargli atto che anche in questo, oggi, l’HA VISTA GIUSTA e quello che oggi ha denunciato, anche da quel toscano linguacciuto che è… come disse quel sarto…”non fa una grinza”.
Su questa situazione, prendendo l’occasione del referendum costituzionale sarebbe il caso che invece di giocare al “Poker scoperto”, sulla pelle degli italiani, ciascuno di loro, specialmente all’”opposizione”, si prendesse la propria responsabilità altrimenti, tutto questo quadro di “amenità” oggi ci fa pensare malignamente che “stiano per darsi il cambio”, e ci fa porre una domanda molto seria e anche drammatica, “Dove ci stanno e vogliono portarci, ancora?”.