Renzi è veramente l’uomo giusto al posto e nel momento giusto ?

Per onestà intellettuale e per coerenza con i miei principi etici, caratteriali e comportamentali, ammetto candidamente che non milito nel partito di Renzi, né, però, faccio il tifo per i suoi avversari politici, convinto, come sono, che i “virtuosi” ed i “marpioni” della politica italiana albergano in tutti gli schieramenti che si contendono il governo del Paese.

Si tratta di un soggetto ancora molto giovane, esuberante e dotato di una non comune magniloquenza che  genera consenso, ma in qualche caso provoca anche imbarazzo e legittime perplessità.

Certo non lo si può considerare un neofita della politica, né uno stregone con l’anello al naso appena sbarcato da una tribù del terzo mondo. Tuttavia, la guida di un governo in un periodo di “vacche magre”, dilaniato da lotte intestine, sia nella maggioranza che nell’opposizione, è un qualcosa assai diverso della presidenza di una sia pure importante provincia o della carica di primo cittadino di una splendida città come Firenze.

Le premesse e la determinazione sembrano sostanzialmente molto incoraggianti e solo un “irresponsabile sfascista” potrebbe non condividerle. Ma in politica, come in una grande e solida azienda, sono i fatti quelli che contano e avremo modo di scoprirlo molto presto.

Sappiamo tutti, chi per averlo sperimentato sulla propria pelle e chi per essere stato testimone oculare, che in una democrazia compiuta qualsiasi tentativo di cambiamento e di miglioramento, non possa prescindere da qualche forma di compromesso, almenochè non si disponga di una maggioranza assoluta, non necessariamente “bulgara”.

Il programma di Renzi va, quindi, inquadrato in quest’ottica realistica e pragmatica, per cui vanno messi già nel conto delle modifiche più o meno importanti che ineluttabilmente provocheranno indignazione e mal di pancia tra i partner della maggioranza e degli stessi membri del governo.

La prima avvisaglia è stata avvertita nella riforma elettorale che, al contrario di quanto stabilito, riguarderà soltanto la Camera dei Deputati e non più anche il Senato, che dovrebbe essere sciolto, eliminando così il bicameralismo perfetto.

Nonostante alcuni leader dichiarino di aver, così, ottenuto una prima vittoria, nella sostanza non ha vinto nessuno, perché se l’iter delle riforme costituzionali segua il suo corso con la sua annunciata speditezza, tutto rientra nell’ambito degli accordi fissati in Via del Nazereno tra lo stesso Renzi ed il capo carismatico del centro-destra, Berlusconi.-

L’attuale premier è bravo ed intelligente e, per di più, circondato da tecnici ed esperti di rilievo; tuttavia se si potesse dare un consiglio da chi nemmeno lo conosce, lo inviterebbe a mantenere e rafforzare il contatto con la gente comune e con la classe degli imprenditori, piccoli e medi, perché si va sempre più diffondendo la sensazione che il tutto è destinato a seguire ed emulare le esperienze (negative) dei governi Monti e Letta.

Le motivazioni, non so quanto reali e giaculatorie, partono dalla constatazione profonda che la maggioranza di governo è sempre quella delle “larghe intese”, molti ministri sono gli stessi, la disoccupazione cresce come pure il debito pubblico ed il “mostro” della burocrazia non accenna a diminuire l’influenza malefica che ha fin qui sempre bloccato e condizionato qualsiasi tentativo di ammodernamento dello Stato.

Si ponga rimedio prima che tutto ci crolli addosso.

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