Politica

RIFLESSIONI SUL SISTEMA PREVIDENZIALE

“Papà, la vita è un gioco difficile”!

 

Poco tempo fa, mentre ero alla guida della mia auto, mi è capitato di ascoltare alla radio il racconto di un giovane padre, letteralmente spiazzato da una affermazione del figlio di appena due anni e mezzo.

Questo bambino, rivolgendosi affettuosamente al padre dice: “Papà, la vita è un gioco difficile”!

Passato l’iniziale stupore per la sensibilità dimostrata dal bambino che, con poche semplici parole, prova a dar conforto al padre, inevitabilmente il mio pensiero è andato ai miei due figli ed al loro futuro.

Viviamo in un’epoca in cui un paese come il nostro, l’Italia, da sempre considerato patria del diritto e culla della civiltà, viene trattato dall’Europa come uno scolaretto al quale il maestro deve dare i compiti, per verificare se la lezione sia stata appresa o meno.

Da tempo si fa un gran parlare di riforma delle pensioni, prestando attenzione alle sempre più incalzanti richieste dell’Europa che, senza mezzi termini, ha chiesto all’Italia di innalzare l’età pensionabile uniformandosi, così, ai criteri adottati dagli altri Stati membri della Comunità Europea.

È indubbio che il sistema previdenziale italiano necessiti di una riforma ma qualcuno ha considerato il fatto che ai quarantenni e cinquantenni di oggi si chiedono enormi sacrifici? Saremo noi, infatti, a dover pagare il conto dell’utilizzo scellerato del debito da parte dei nostri genitori.

Personalmente, non ritengo che le generazioni passate abbiano ideato un disegno preordinato di differimento dei costi sulle generazioni future, ma non posso fare a meno di costatare che fra le loro virtù, la lungimiranza era assente.

Non si tratta di scontro generazionale, né tantomeno di ingratitudine nei confronti delle generazioni degli anni 30 e 40, ma di una doverosa riflessione, al fine di evitare che quegli stessi sconsiderati comportamenti di ieri, possano ripetersi oggi, ripercuotendosi non solo su noi stessi ma anche sui nostri figli. Vi chiederete, cosa centrano i figli con la previdenza complementare? Beh, sembrerà una follia, ma la legislazione vigente permette l’adesione ai Fondi di previdenza complementare, anche ai minori che non producono reddito, garantendo loro una base di partenza ed agevolazioni fiscali anche per i genitori.

L’unico limite è rappresentato dagli statuti dei vari fondi di categoria, che ancora non permettono l’adesione dei figli degli iscritti. L’auspicio è che, prima possibile, tutti i Fondi di previdenza complementare chiusi integrino i loro statuti, permettendo l’adesione anche dei nostri figli, dandoci l’opportunità di alleggerire loro il fardello di un sistema previdenziale, incapace

di garantirgli una vecchiaia dignitosa.
Giacomo Bove
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