Rischio implosione nella maggioranza di Governo Cinque Stelle e Lega

Rischio implosione nella maggioranza di Governo Cinque Stelle e Lega

Roma, 16 luglio 2018 – L’idillio, alquanto interessato, tra la Lega  di Matteo Salvini ed i Cinque Stelle di Luigi Di Maio, mostra già significativi segni di insofferenza reciproca e se stanno ancora insieme è soltanto per neutralizzare e stroncare sul nascere la riorganizzazione del dissestato Partito Democratico di “renziana” memoria e dei suoi malconci compagni di cordata tuttora allo sbando.

Da una serena e disincantata valutazione del quadro politico generale, appare fin troppo evidente che il ruolo dell’azionista di minoranza, Matteo Salvini, sia molto più importante e decisivo di quello di Di Maio nel contesto degli accordi programmatici sottoscritti dalle due forze politiche che hanno vinto le ultime elezioni.

Sorprende, ma non più di tanto, il giudizio dei vari sondaggisti, secondo i quali, attualmente, i consensi  degli Italiani nei confronti di Salvini sarebbero di gran lunga più numerosi di quelli che raccoglierebbe Di Maio.

Resta però la consapevolezza che allo stato attuale delle cose, il numero dei parlamentari  a Montecitorio e Palazzo Madama sostengono il M5S.

Il fatto nuovo di questi giorni è rappresentato da alcune voci che circolano in taluni ambienti politici della Capitale secondo cui esisterebbe il timore di una possibile “implosione” nel movimento di Grillo e Casaleggio junior ed i primi ad accorgersi sarebbero stati proprio i vertici del PD pronti a dialogare e sostenere un eventuale accordo categoricamente escluso dall’ex segretario, Matteo Renzi.

In politica, come nella vita quotidiana dei comuni mortali, non bisogna “mai dire mai” perché nel nostro caso, le conversioni improvvisate fanno parte del DNA dei nostri rappresentanti politici. Basti pensare che  nell’ultima legislatura ben 556 (tra deputati e senatori, a vita compresi e presidenti emeriti erano 952)  hanno cambiato casacca e non certo per motivi ideologici, ma soltanto per rimanere imbullonati alle proprie poltrone.

Non sappiamo quanto possa influire l’approvazione del decreto sul taglio dei vitalizi degli ex parlamentari, ma è certamente ancora molto poco per  un governo autodefinitosi del rinnovamento e della vera e rapida giustizia sociale.

Exit mobile version