Riuscirà il Rottamatore ad “asfaltare” il Caimano ?
Nelle scorse settimane abbiamo assistito alla decadenza, piuttosto fragorosa, del Cavaliere dal Senato della Repubblica….
…..e ci hanno fatto sorbire, in tutte le salse, il progetto categorico ed impegnativo per tutti, secondo il quale, i mass-media, in generale, i commentatori più accreditati ed i conduttori dei vari “talk-show”, che ormai vanno in onda tutte le sere, avrebbero steso un velo pietoso su Berlusconi e sul “Berlusconismo”.
I fatti, com’è facile dimostrare, sono sotto gli occhi di tutti, ed indicano chiaramente che in televisione e sui principali giornali se ne parla ancora tanto, suscitando reazioni diverse che riflettono, sostanzialmente, le rispettive posizioni politiche ed ideologiche individuali.
Qualcuno potrebbe obiettare che non è assolutamente possibile mettere la “museruola” alle tre reti di famiglia del gruppo Mediaset, né, tanto meno, agli organi di stampa apertamente schierati, ma ciascuno di noi è in grado di constatare che anche “Mamma Rai” continua a parlarne e sparlarne come (e forse più) di prima.
Un fatto, comunque, è certo; tutti gli amici e gli avversari del Cavaliere, sono concordi nell’attribuirgli straordinarie attitudini nella dialettica politica, nel ribaltare situazioni già compromesse, oltre alle notevoli capacità di riemergere quando tutti, o quasi, lo danno per finito e sprofondato nel dimenticatoio.
Resta il fatto, tuttavia, che gli anni passano per tutti i comuni mortali, senza eccezioni di sorta, per cui il logoramento psico-fisico ed altri effetti collaterali legati al suo stato generazionale, potrebbero influire, in qualche misura, sulle sue prossime imprese.
Il dispositivo della sentenza della Consulta (le motivazioni verranno dopo), con cui viene bocciato il cosiddetto “porcellum”, ha complicato le strategie politiche anziché semplificarle.
E’ accaduto, infatti, che sia Renzi che Berlusconi, hanno candidamente affermato di essere stati danneggiati. E’ chiaro che il sindaco di Firenze scommetteva (e scommette) di vincere le prossime elezioni politiche (da tenersi al più presto) ed affondare le mani sul congruo premio elettorale, mentre il Cavaliere, da parte sua, sperava (e forse spera ancora), di riaggregare l’intero bacino elettorale del centro-destra che, secondo valutazioni di merito, ampiamente documentate, risulta maggioranza nel Paese. In questo caso avrebbe potuto puntare lui alla vittoria, ricorrendo ai necessari compromessi, che sono sempre stati la specialità del suo repertorio.
Lo straordinario successo di Renzi non ha stupito più di tanto perché era nell’aria e ben pochi pronosticavano un risultato diverso.
Le primarie del PD, tuttavia, hanno segnato un fatto nuovo: la sconfitta della nomenclatura del partito che sicuramente cercherà di vendere cara la pelle complicando, nei fatti, più che nelle parole, la realizzazione di quelle importanti riforme che oggi sembrano a tutti necessarie.
Per onestà intellettuale va detto che, in questi ultimi giorni, Renzi ha usato con più cautela e parsimonia i verbi “rottamare” ed “asfaltare”, ma il cambiamento del linguaggio non significa affatto che tra i suoi progetti non ci sia l’ambizione di cancellare – politicamente – il “Berlusconismo e l’ingombrante figura del suo creatore.
Certo che alla fine, qualcuno dovrà perdere la faccia, perché le questioni sul tappeto sono molto importanti e riguardano l’intero Paese.