Roma, 30 giugno – In oltre un secolo di storia del Partito Comunista, che fu di Gramsci, Togliatti, Berlinguer, Occhetto ed altri personaggi della sinistra storica italiana, il partito è sempre stato vittima di aspre lotte intestine e sofferte scissioni che in larga parte hanno condizionato la conquista del potere centrale nel Paese.
Numerose le sigle identitarie iniziate con Occhetto nel congresso della “Bolognina” e continuate fino ai giorni nostri con l’attuale etichettatura PD.
Non è un mistero per nessuno che i risultati delle ultime elezioni amministrative hanno notevolmente penalizzato questo partito e, quindi, alcuni degli esponenti carismatici “rottamati” da Renzi, come Bersani, D’Alema, Veltroni, Prodi ed altri, hanno colto l’occasione per rivoltarsi contro lo stesso segretario del Partito soprattutto, per la sua supponenza che sconfina, a loro avviso, spesso con l’arroganza.
Infatti nell’assemblea della sinistra interna svoltasi in questi giorni a Bologna, i dalemiani, i bersaniani ed altri, hanno duramente contestato il Presidente del Consiglio, minacciando, in particolare, che qualora non vi sia una radicale modifica della riforma costituzionale e, quindi, della nuova legge elettorale, voteranno un secco “no” nel referendum previsto per l’ottobre prossimo.
Nella circostanza sono state fatte delle battute anche un po’ spiritose (ma non troppo), come, ad esempio, sul “lanciafiamme “ di Renzi e sugli “estintori” sbandierati da Bersani, ma in entrambi le parti prevale la consapevolezza che la situazione si è fatta molto seria, perché il M5S potrebbe rivelarsi più insidioso e pericoloso di quanto è stato finora calcolato.
Altra dichiarazione importante e molto significativa è stata quella dell’ex capogruppo alla Camera, Roberto Speranza, il quale ha ammonito il Premier che il suo gruppo non voterà più la fiducia su provvedimenti finalizzati soltanto alla sopravvivenza del governo.
Tutto ciò era già stato inserito nell’ordine dei lavori della segreteria del partito poi rinviata per l’esito della Brexit, imprevisto, ma non certo imprevedibile, per cui sono “nodi” importanti che presto arriveranno al pettine sul cui esito è assai azzardato fare previsioni.
