A molti sconcerta ed indispettisce l’ottimismo giaculatorio che viene servito in tutte le salse dal governo ed, in particolare, dal presidente del Consiglio Letta, secondo cui ci sarebbero già tutti i presupposti per la ripresa economica, il superamento della crisi e la riduzione delle tasse alle imprese ed alle famiglie.
Le ragioni di questo diffuso malessere vanno ricercate nella conclamata sfiducia dei cittadini nella classe politica, ormai pasticciona, inerte e squalificata.
Tutti ricordano che ha cominciato l’ex presidente del Consiglio Monti, nei primi mesi del 2012, ad assicurare l’opinione pubblica che già si intravedeva una luce in fondo al tunnel della crisi, ma, nei fatti, la “sensazionale notizia” si è rivelata una colossale “bufala”.
Va sottolineato il fatto che l’aspetto più inquietante, che indigna la stragrande maggioranza degli italiani, è l’esaltazione trionfalista per la presunta crescita, (da prefisso telefonico), che avrebbe fatto registrare la nostra economia. Contestualmente, però, nessuna preoccupazione conseguente e rilevante per il record fatto registrare dell’aumento della spesa pubblica. Tutto al più si potrebbe aggrappare a quella quasi impercettibile inversione di tendenza, ma la situazione è (e resta) ancora molto difficile e pesante.
Non credo occorra scomodare i cattedratici o i Nobel dell’economia per affermare che il nostro paese è tuttora in fase recessiva. Infatti, è sufficiente consultare gli appositi indicatori statistici nazionali ed europei per avere il quadro completo della situazione, e ciò che maggiormente preoccupa, sono le prospettive non certo rassicuranti nel breve e medio termine. Inoltre è diffuso il convincimento, secondo il quale anche se PIL aumentasse nell’anno in corso dell’1%, non si risolverebbe il problema della disoccupazione, delle imprese strozzate dalla banche e costrette a chiudere pagando le tasse anche sui capannoni deserti, l’aumento dei consumi interni e chi più ne ha più ne metta.
A questo poco edificante e per nulla rassicurante quadro di assieme, fa da contraltare la condotta vergognosa e criminosa di molti amministratori locali, i quali spendano, spandano, arraffano e scialacquano con le tasse versate dai contribuenti, sempre più arrabbiati, sfiduciati e nauseati.
Particolari di non poco conto trapelati in questi ultimissimi giorni. Nella Regione Sicilia, su 90 consiglieri regionali, ben 83 risultano indagati, mentre in Piemonte, su 60, 39 hanno già ricevuto un avviso di garanzia, compreso il presidente, Roberto Cota.