Roma, 23 dicembre 2018 – La battuta più spiritosa e ricorrente che capita di ascoltare in taluni ambienti politici della Capitale, riguarda il capo del Carroccio, al secolo Matteo Salvini, che col suo modo di fare politica, rischia veramente di perdere l’”amante” (M5S) ed anche la moglie legittima (Centro-destra unificato), che, numericamente ha vinto le ultime elezioni politiche dello scorso 4 marzo.
Qualcuno si chiederà come mai chi ha perso governa il Paese e chi ha vinto sta all’opposizione.
Siamo nella piena legittimità costituzionale perché è stata applicata una legge dello Stato di tipo americano, tanto è vero che lo stesso Presidente Trump sta alla Casa Bianca pur avendo raccolto meno consensi della sua avversaria, signora Clinton.
È diffuso il convincimento secondo il quale l’attuale Ministro degli Interni non sia uno sprovveduto: buon comunicatore, spregiudicato quanto basta, conoscitore dei veri problemi del Paese e dei poteri della Commissione essendo stato per anni deputato nel Parlamento europeo.
Altrettanto non si può dire del suo collega Di Maio che pur essendo sprovvisto delle stesse esperienze politico-amministrative, si è ritrovato a capo di un Movimento che ha raggranellato più voti di tutti gli altri, ma diversamente coalizzati.
Tutti sappiamo che il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non è stato eletto dal Popolo, bensì scelto e designato dai “gemellini” della politica nostrana, ma una volta accettato l’incarico il nostro Primo Ministro avrebbe dovuto mostrare più autorevolezza e non fare il “portavoce” delle iniziative estemporanee adottate degli stessi leader della maggioranza, come sta tuttora avvenendo.
L’ultima, in ordine temporale, è la smentita dell’aumento dell’IVA e della puntuale approvazione di tutte le promesse fatte in campagna elettorale, come reddito di cittadinanza e demolizione sistematica della legge Fornero senza, però, che nessuno indichi concretamente le vere coperture finanziarie.
Da osservatori incalliti e disincantati quali ci riteniamo, non possiamo risparmiare qualche critica in ordine alle modalità ed ai tempi per l’approvazione della manovra finanziaria.
Le forze dell’opposizione sono indignate ed imbufalite sia per quanto riguarda la tempistica fino al punto di saltare il passaggio in Commissione Bilancio ed il dibattito sul maxi emendamento ed il ricorso al voto di fiducia che dimostra, quanto meno, una certa insicurezza nell’Esecutivo.
È chiaro a tutti, ormai, che si sta “lavorando” in vista delle ormai prossime elezioni europee che certamente segneranno il futuro del Governo e degli Italiani.