Separati in casa

E’ durato veramente poco il tranquillo “menage” scaturito dall’ibrida alleanza o, quanto meno, dall’anomalo patto di non belligeranza tra PD e PDL, e non è stato necessario ricorrere agli specialisti stregoni per ipotizzarne il futuro.

L’aspetto più sconcertante e al tempo stesso più esilarante e dannoso per il Paese, è il vicendevole rivoltante cinismo dei vari protagonisti, i quali non potranno mai venirci a raccontare che non si conoscevano bene o che sperassero, ciascuno in cuor loro, nel superamento delle macroscopiche differenziazioni regnanti da sempre tra i due schieramenti, perché farebbero sghignazzare tutti gli inquilini dei pollai d’Italia. La geniale trovata del presidente del Consiglio Enrico Letta, di portare tutti i ministri in ritiro in un’Abbazia toscana “per fare spogliatoio”, non so proprio quanto sia servita, perché secondo le notizie trapelate (la stampa non era stata ammessa), a tener banco sarebbero state le polemiche molto aspre e sferzanti, sorte tra il vice primo ministro Angelino Alfano e lo stesso presidente Letta. Sempre secondo le stesse fonti, il motivo del contendere sarebbe stata la partecipazione di Alfano alla manifestazione di sabato scorso a Brescia prendendo posto sul palco accanto a Silvio Berlusconi, e dall’altra parte l’intervento dell’on. Letta dal palco dell’assemblea nazionale del PD  convocata, sempre nella stessa giornata di sabato, per eleggere il successore del segretario politico dimissionario, Pier Luigi Bersani. A prescindere dalle varie ipotesi che si fondono e si confondano con le prospettive reali che ci riguardano tutti da vicino, mi pare fin troppo evidente che sulla vita e, soprattutto, sull’attività del governo pesino moltissimo le complicate vicende giudiziarie dell’on. Berlusconi (pensate un po’ soltanto alla pesante requisitoria della Boccassini al processo “Ruby”) e le furibonde lotte intestine che dilaniano il PD., nonostante il segretario “traghettatore”, Epifani cerchi di ridimensionarle gettando acqua sul fuoco. Purtroppo la rimozione di questi enormi macigni presenta gravissime difficoltà sia di carattere meritocratico che temporale, per cui si continua a navigare a vista, centellinando gli impegni programmatici che dovrebbero rilanciare la crescita e la ripresa di cui tutti ne parlano ormai da troppo tempo. Nonostante le lodevoli ed ostentate enunciazioni di principio ed i reiterati generosi impegni individuali e collettivi, PD e PDL somigliano molto ad una coppia di coniugi separati in casa, angustiati dalla diffidenza e dalla indifferenza, ammorbati dall’egoismo e dall’egocentrismo, afflitti dalla forzata convivenza sotto lo stesso tetto, nonché disperati e sconvolti dall’amarezza di aver fatto una scelta sbagliata, rivelatasi peggiore di ogni deleteria previsione.

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