È un importante segno di civiltà e di democrazia che tante altre popolazioni, oppresse da regimi dittatoriali di destra e di sinistra, non hanno mai conosciuto.
Non è stato un confronto tenero e riguardoso tra il fronte del “Si” e quello del “No”, tanto che si fa strada il sospetto che spesso taluni abbiano anteposto e privilegiato gli interessi personali e di bottega al progresso del Paese e, soprattutto, all’avvenire delle generazioni future.
Purtroppo anche il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, non ha resistito alla tentazione di strafare, varcando i limiti della comune deontologia politica e consuetudinaria.
Particolarmente censurabile ed infelice quella sua affermazione nei confronti dei personaggi più in vista sostenitori del ”No”, definendoli un’ “accozzaglia” di gente che mira soltanto a conservare la poltrona ed i privilegi di cui ha beneficiato in questi ultimi anni.
Qualcuno, attraverso media importanti, come Il Corriere della Sera, gli ha ricordato che tra costoro ci sono ben 4 ex Premier, giuristi e costituzionalisti di rango e che il Governo avrebbe dovuto restare fuori della campagna elettorale.
Ma mentre i leader del centro-destra si sono mostrati alquanto moderati, Grillo, come spesso accade, ha calcato la mano paragonando lo stesso Renzi ad una scrofa ferita e rinfacciandogli tutta una seria di malefatte che, a suo avviso, avrebbe commesso il suo governo.
Mancano certamente i sondaggi perché è vietata la pubblicazione nei giorni che precedono il voto, ma ciò non significa che non vengono effettuati e, da qualche indiscrezioni trapelata, sembra proprio che gli schieramenti siano sul piano della parità.
L’impressione diffusa tra la gente comune è che, comunque vada a finire, al mattino del 5 dicembre il sole continuerà a sorgere sempre ad oriente ed a tramontare ad occidente e che in questo strano mondo siamo tutti utili, ma nessuno è, o si possa ritenere, indispensabile.