Politica

Grazie All’Isis finalmente maggiore sicurezza a Roma ,,,

cc ps ducati OPRoma, 28 novembre – Apprendiamo che il Capo del Governo, Renzi, ha molto opportunamente dichiarato che per combattere il terrorismo l’Italia investirà due miliardi di euro, uno sulla sicurezza (gli 80 euro saranno estesi a tutti gli appartenenti alle Forze dell’ Ordine per un costo di 200 milioni — ma a patto che siano operativi) e un altro sull’educazione. “Per ogni euro in più investito sulla sicurezza deve esserci un euro in più investito in cultura”.

L’investimento in sicurezza sarà declinato con 150 milioni sulla cyber security, 50 milioni per rinnovare la strumentazione delle Forze dell’Ordine, 500 milioni per la difesa, “con investimenti efficaci finalizzati a dare una risposta immediata alle esigenze strategiche, non a quelle quotidiane e organizzative”.

Renzi ha annunciato, per quanto riguarda la Capitale, che “..abbiamo troppa gente negli uffici dei palazzi romani. Chiederò ai Comandanti (delle Forze dell’Ordine) di aumentare la presenza in strada..”.  

Era ora! Questa è davvero una notizia positiva! Lamentiamo però che il bonus da 80 euro promesso alle Forze dell’Ordine non sia stato esteso ai Vigili del Fuoco, che hanno come noto importantissimi compiti di difesa civile.

Su il “Fatto Quotidiano”, contestualmente, abbiamo anche letto: “Saranno pure 24 mila (Militari) solo a Roma e per il Giubileo ma il numero in sé non è una garanzia di maggiore sicurezza. Perché tra questi 24 mila uomini delle Forze dell’Ordine, i Poliziotti presenti per le strade della Capitale non hanno un giubbotto antiproiettile in corso di validità. Il Dipartimento di Pubblica sicurezza non ha potuto rinnovare la fornitura dell’equipaggiamento di salvataggio degli Agenti, a causa di una carenza cronica costante di fondi negli anni”. E così, degli appena 12 mila ancora in circolazione (in tutta Italia,non a Roma), soltanto 3.300 sono ancora validi. Come tutto l’equipaggiamento, i giubbotti antiproiettile (Gap) hanno una data di scadenza: vanno utilizzati per dieci anni, e poi l’amministrazione deve procedere alla loro sostituzione.

Ora alcune nostre riflessioni.

Indubbiamente tutto questo apparato antiterrorismo, recentissimamente adottato, almeno nella Capitale, pro-Giubileo anti-ISIS, non certamente per il resto d’Italia, va nell’immediato fortunatamente ad incidere molto positivamente nei comuni piani anticrimine, oltre che nel centro cittadino, anche nelle periferie urbane che stanno per esplodere a causa del fenomeno dell’immigrazione imponente e incontrollata, con l’arrivo di moltitudini di persone, ponendo gravi problemi di sicurezza per  una nuova realtà multietnica difficile da metabolizzare e integrare.

Pensare che nel quartiere di Torpignattara, in Roma, secondo uno studio, “…dal 2007 gli immigrati sono aumentati dell’81%, tanto che in alcune strade si vedono quasi soltanto bengalesi con negozi alimentari e internet point e cinesi con ristoranti e laboratori; meno visibili i romeni, impegnati nei cantieri. La tensione è ritenuta pesante”.

A questo quadro non confortevole della realtà “lunare” italiana, si aggiunge la forbice che il Governo sta attuando per risparmiare risorse sul pianeta sicurezza, con abolizione di presidi di Polizia e Carabinieri.

E così, il 23 novembre, il Sindacato di Polizia COISP, per voce del suo dinamico Segretario Generale Maccari, fa sapere che: “L’Esercito per l’85% utilizza i fucili Arx, arma modernissima e all’avanguardia. Un 15% continua, invece, a utilizzare i fucili AR 70/90, arma solida e robusta ma che ha parecchi decenni sulle spalle. Per quanto riguarda Carabinieri e Polizia, l’ M12, un’arma ancora valida, ben poco può fare di fronte a un kalashnikov di ultima generazione.

Per quanto riguarda l’Esercito si fa un ridotto uso della pistola, in città servirebbe un utilizzo di armi più funzionali e veloci. Sono problemi che i vertici si stanno ponendo. La prima arma però è l’uomo che deve essere motivato e rispettato… la Stabilità impone tagli che vanno a ferire l’apparato sicurezza del Paese, nel momento in cui si deve affrontare un livello di rischio sempre più elevato”.

Maccari fa un elenco di tagli “sconsiderati” molto preciso: “12 milioni al fondo straordinario del personale Polizia; 87 milioni in meno contro la delinquenza organizzata; 317 milioni in meno a Carabinieri e Sicurezza Pubblica, 38 alla prevenzione, 190 al contrasto al crimine e quasi 2 alla Dia. Tutto questo mentre a livello nazionale, si va verso la chiusura di 270 posti di Polizia e 23 Questure, molte auto sono ferme perché non ci sono soldi per farle riparare o perché hanno più di 200.000 km e gomme lisce, ci sono Uffici di Polizia sotto sfratto, non c’è carta per le denunce e non ci sono le divise…”

E allora? La verità vera, a parte queste giuste prese di posizione, come abbiamo già scritto in passato, è che il pianeta sicurezza italiano, indipendentemente dall’emergenza terrorismo, lascia realmente a desiderare per l’aspetto prevenzione, ossia la cosiddetta sicurezza pubblica svolta con il controllo del territorio.

Certo, tale delicatissimo settore dello Stato va rivisitato subito, in modo ampio e definitivo, non solo nei grandi centri urbani, ma anche in quelli minori e nelle campagne, razionalizzando e abolendo Comandi, uffici e strutture inutili dei vari Corpi di Polizia,  anche scontentando gruppi di interessi forti per la conservazione dei privilegi, che sono tanti.

Ripetiamo: la prevenzione è compito primario delle Forze di polizia, da esercitare attraverso una presenza visibile, costante e massiva, supportata anche da un continuo ed attento esame sull’adeguatezza della dislocazione delle forze sul territorio.  

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