Il devastante tsunami della corruzione che ha travolto l’EXPO di Milano e la triste finale di coppa Italia, tra Napoli e Fiorentina all’Olimpico di Roma, hanno spazzato via quel poco di credibilità rimasta ancora al nostro Paese, al cospetto dell’Europa e del mondo intero.
Nessuno si era mai illuso che l’aberrante sistema delle “mazzette” fosse finito a conclusione di “tangentopoli” di poco più di venti anni fa, anzi; ma che l’inquietante reiterazione di questo gravissimo reato avesse ancora gli stessi protagonisti, va oltre l’immaginario collettivo.
Lungi da me la benché minima intenzione di creare allarmismo tra la gente, ma non si può disconoscere che stiamo attraversando momenti difficili nell’intero sistema politico, economico ed istituzionale.
Ma come si fa a spiegare lo sperpero di tanto denaro pubblico a chi ha perso il lavoro, a chi non ne ha mai trovato uno, oppure a quelle tante famiglie che vivono in estreme ristrettezze e non riescano ad arrivare alla fine del mese ?
L’aspetto peggiore è che non ci sono favorevoli prospettive nel breve e medio termine e chi sostiene il contrario, mente sapendo di mentire.
Le imminenti elezioni europee hanno riproposto il clima di sempre con le tradizionali liturgie e le allettanti promesse che puntualmente verranno disattese. Stranamente, però, questa volta il confronto non si svolge soltanto tra i partiti della maggioranza e quelli dell’opposizione, ma si estende anche all’interno delle formazioni medesime perché in ballo c’è la sopravvivenza politica alla quale nessuno vuole rinunciare.
Per quanto riguarda il profilo istituzionale, la pesante diatriba sorta tra le più alte cariche dello Stato, come il Presidente del Senato Grasso ed il Presidente del Consiglio Renzi, non giova certo ad attenuarne la repulsione dei cittadini nei confronti delle istituzioni e della politica in generale. L’incognita resta l’atteggiamento dell’anziano Presidente della Repubblica, Napolitano, il quale sicuramente non porterà a termine il suo secondo mandato ed allora ne vedremo delle belle perché non esiste un unico candidato che raccolga la maggioranza dei consensi per la successione.
Con la sgradevole pagliacciata svoltasi sul proscenio dello stadio Olimpico della Capitale, abbiamo fornito, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno, la prova provata dell’inefficienza delle nostre autorità di governo.
Infatti, nonostante le eccezionali misure di prevenzioni predisposte e l’autorevolezze dei responsabili della sicurezza, la decisione di disputare o meno la partita, è stata vergognosamente demandata al capo della tifoseria partenopea, il quale ostentava una maglietta con scritte offensive contro la memoria di un servitore dello stato ammazzato in circostanze analoghe e chiedendone la scarcerazione.
E’ stato uno spettacolo vergognoso e deplorevole, svoltosi sotto gli occhi del capo del governo Renzi, del presidente del Senato Grasso, oltre che dell’intero mondo sportivo. A dir poco ridicola la versione del ministro degli Interni Alfano, secondo il quale non ci sarebbe stata alcuna trattativa con i “tifosi”, smentita subito dal suo Presidente del Consiglio e dallo stesso presidente Grasso.
Ma chi sono i veri responsabili di questo inconcepibile stato di cose che dà la sensazione di aver smarrito persino il senso del pudore e della dignità personale?
Siamo noi cittadini italiani che abbiamo eletto personaggi indegni ed incompetenti, sempre pronti ad anteporre i propri interessi personali a quelli della collettività, per cui dobbiamo recitare il “mea culpa” e convenire sul detto che “ogni popolo ha il governo che si merita”.