È la storia che si ripete…
Roma, 25 marzo – La situazione …non funziona; a chi ha militato anche per breve tempo nella politica, da qualsiasi parte o sotto qualsiasi colore non risulterà nuovo il fatto che quando un governo comincia a “chiedere la fiducia” o, peggio, comincia ad annunciare “rimpasti”, significa che accusa tante di quelle difficoltà che è alle soglie del fallimento…e delle dimissioni.
Renzi, al pari di tanti altri governi che hanno dichiarato fallimento, “fiducie” ne ha chieste tante da far fare debite notazioni, anche a fini polemici, non lo escludiamo, alle forze dell’opposizione.
Cosa significa? Non ci vuole uno stratega per capirlo; terzo governo illegale (se la democrazia è ancora “governo del popolo”) che si regge su una “minaccia” che è diventata un “leit-motive” grottesco, “signori, se non passa questa legge, ce ne andiamo a casa!”, ed ecco che l’attaccamento alla poltrona produce i suoi risultati e la legge viene votata anche se i “presenti e votanti” non sanno nemmeno che cosa tratta o quale sia il suo titolo.
Il momento è difficile, molto difficile da alcuni anni; il popolo è stufo di questa situazione; è stufo delle prese in giro di un Monti che lo ha strozzato propinandogli il risanamento dei conti pubblici e invece è andato a salvare le sue banche in fallimento con il beneplacito di un Napolitano comandato dalla Merkel e da Sarkozy; è stufo di un Letta che “per salvare” i conti pubblici non toccati da Monti, ha continuato l’opera di strozzamento di questi; è stufo dell’ “affascinante” parlata del toscano che, spargendo “serenità” a destra e a manca, come un contadino sparge le sementi in un campo arato, invece di provvedere alle riforme economiche, urgenti, a cominciare da quella del fisco, pensa a stabilire il suo potere in tutte le istituzioni per cui i “presenti e votanti” sanno perfettamente nonchè drammaticamente che, se la “situazione”…si sfascia, pochi rimetteranno il sedere sulla propria poltrona. Bene; in tutto questo orrido, che ha del grottesco, si fa avanti lo scandalo che coinvolge il ministro Lupi. Lavori pubblici, ministero molto delicato, appalti di favore e “mazzette” “mascherate” anche se non è Carnevale e, cosa ancora più grave, un ministro che non sa fornire una spiegazione plausibile a “regalie” e “regali” piovuti dal cielo.
Il caso manda in subbuglio il suo partito NCD e, anche senza essere indagato, è costretto in modo diplomatico e diverso dal Presidente del Consiglio e dal suo compagno di partito, Alfano, a rassegnare le dimissioni, ma le acque, nel partito sono tutt’altro che calme perché Nunzia de Girolamo, spinta dal suo fuoco beneventano, non digerisce lo scandalo Lupi e decide di uscire dalla maggioranza per appoggiare il governo dall’esterno; soffia vento di crisi.
È lo shock che fa drizzare sulla testa di Alfano, puro nullafacente agli ordini di Renzi, tutti i capelli che non ha e che lo fa esplodere in una espressione che sembra vocazionale di una vittima sacrificale ma che, a “leggerla” bene è semplicemente grottesca e patetica insieme.
“Resteremo in questo governo; lasciare adesso sarebbe da pazzi”. Ha dello “storico”. Aguzziamo la memoria e ci risuonano nelle orecchie le parole di Fini che, quando all’orizzonte minacciavano elezioni anticipate, sentendosi tremare la poltrona sotto il sedere, tentò di terrorizzare il popolo che le chiedeva, con lo spettro che sarebbero state “disastrose per il Paese” e il Paese gli rispose che, invece, sarebbero state, si, “disastrose”, ma per lui e così fu.