Pretestuosi veti e stucchevoli ricatti
Roma, 12 settembre – È veramente assai difficile immaginare cosa debba ancora succedere in Italia perché gli Italiani si rendano perfettamente conto che i nostri politici privilegiano ed antepongono sempre i propri interessi a quelli del Paese.
Per un occasionale osservatore, indigeno o straniero, in giro per le nostre belle città, è sufficiente dare soltanto una semplice sbirciata ai resoconti dei nostri organi di informazione per rimanere trasecolato e basito per quanto sta accadendo alla Camera dei Deputati ed al Senato della Repubblica.
Siamo alle prese con una epocale e devastante migrazione che potrebbe stravolgere gli equilibri continentali e mondiali; una economia ferma al palo con indici di sviluppo da prefisso telefonico; non c’è più sicurezza nelle strade e nelle case dove aumenta la povertà e la paura; una disoccupazione giovanile che ci colloca agli ultimi posti nelle classifiche europee, e non solo.
Ebbene, di fronte a questa emergenza colossale, i nostri politici sono prevalentemente, se non esclusivamente, impegnati a qualche ritocco all’articolo 2 della riforma costituzionale riguardante i criteri di scelta dei nuovi componenti del Senato che, peraltro, tutti, (a parole), considerano inutile e dannoso per le finanze dello Stato.
Evidentemente, il terrore di andare ad elezioni anticipate e la quasi certezza di non essere rieletti, spinge a continui cambiamenti di “casacca” ed a cercare rifugio ed intese anche con partiti e raggruppamenti ibridi e politicamente antagonisti e tra loro alternativi.
In meno di due anni i “trasformisti” sono già diventati circa 200 e la legislatura non è ancora finita..
Mi rendo perfettamente conto delle enormi difficoltà di eliminare il Senato perché, in sostanza, si sta chiedendo ai senatori il loro suicidio politico e la perdita di tutta una serie di privilegi e vantaggi annessi e connessi.
Tuttavia, si può, e si deve, rinunciare al “bicameralismo perfetto” perché, continuando così non si va da nessuna parte.
Per comprendere il tasso d’inerzia e di spregevole irresponsabilità dei nostri rappresentanti in Parlamento, pensate un po’ alla vergognosa lentezza e al irresponsabile disinteresse con cui procede la discussione sull’”omicidio stradale”.
Ma è mai possibile che un provvedimento così importante, richiesto a gran voce dall’opinione pubblica, facilmente approvabile perché non richiede alcuna copertura finanziaria, non riesca ad andare in porto con l’inserimento nel nostro codice penale ?
Certo, gli “onorevoli” parlamentari non trovano il tempo perché sono in tutt’altre faccende affaccendati e così sulle nostre strade la carneficina continua per colpa dei cosiddetti “pirati della strada” quasi sempre ubriachi e drogati.
L’aspetto più sorprendente è che, alla fine, tutti “criminalizzano” l’astensionismo e si sprecano fiumi d’inchiostro per ricercare le ragioni per le quali la gente non va più a votare.